Un’erezione dell’alta pressione sub-tropicale dinamica oceanica sin su verso le Isole Britanniche, consente una nuova importante discesa di aria artica sull’Est europeo, il comparto scandinavo e quello russo. Il calendario ci avverte che ci troviamo nel bel mezzo della seconda decade di Marzo, ma la morsa del gelo e della neve (per le suddette aree del Vecchio Continente), in questo inverno che ha mostrato i muscoli, non sembrano venir meno.
Diamo uno sguardo insieme ai radiosondaggi delle 12Z di Sundsvall, cittadina svedese che si affaccia sul Golfo di Botnia, di San Pietroburgo e di Mosca.
-2,5°C la temperatura al suolo, -12,5°C la temperatura di rugiada. All’altezza geopotenziale di 850 hPa (1347 metri) la termica è di -14,5°C, il dew point (ricordiamo il valore in cui l’aria condensa) a -21,5°C. Arriviamo così ai -41,9°C registrati all’altezza geopotenziale di 500 hPa ( 5160 metri), per una temperatura di dew point di -52,9°C.
Le due curve riportate nel monogramma sopra (quella di stato a destra della temperatura e quella di dew point a sinistra) parlano chiaro, descrivendoci una massiccia quanto chiara irruzione d’aria artico-marittima. Più le due curve sono distanti, più la colonna d’aria sulla verticale di nostro interesse esprime un’umidità relativa piuttosto bassa. Al contrario, più le due curve sono vicine più umidità sarà presente nell’aria e più avremo condizioni sufficienti allo sviluppo di nubi e di nebbie.
Questo nel nostro grafico avviene man mano ci si avvicina ai 1000 metri di quota, dove la curva di dew point stringe verso destra e dove presumibilmente ritroveremo la base di nubi cumuliformi.
Su San Pietroburgo colonna d’aria che mostra un gradiente adiabatico mediamente saturo.
-8,5°C la temperatura sulla stazione russa, -19,3°C all’altezza geopotenziale di 850 hPa (1293 metri), -44,3°C all’altezza geopotenziale di 500 hPa (5050 metri).