L’esordio di Nicola Gelfi come previsiore ha dell’incredibile in quanto avvenne quando aveva solo 15 anni. I suoi bollettini meteo sono sempre contraddistinti da estrema precisione e cautela, che mettono in forte evidenza la buona conoscenza del clima italiano, addirittura eccellente quella della sua area nativa, il bresciano, dove effettua rilevamenti meteorologici con continuità dal 1998.
Come tanti appassionati di meteorologia e professionisti, ama la natura in tutte le sue forme, ma ha una particolare predilezione per gli eventi atmosferici più rilevanti, dalle nevicate, ai temporali.
Nicola è un veterano della meteoTV italiana su Internet: nell’estate del 2001 ha realizzato il primo programma dedicato all’approfondimento della situazione ed evoluzione meteo, ed il MeteoGiornale ne diede ampio risalto.
Poniamo ora alcune domande a Nicola Gelfi.
Salve Nicola, come si vive da scrittore? Quali sono i motivi che ti hanno ispirato a realizzare un breviario di meteorologia?
La risposta a questa domanda non è semplice. Innanzitutto veniamo ai motivi che mi hanno spinto a realizzare il Breviario. Essendomi appassionato alla splendida e difficile arte delle previsioni meteorologiche fin da quand’ero poco più che un bambino, e avendo così acquisito “sul campo” una discreta esperienza della risposta del complesso territorio italiano alle diverse situazioni meteorologiche, ho pensato che sarebbe stato utile (in primis a me stesso) sintetizzare le mie conoscenze “sulla carta”. Oltre a questo ho notato che nel campo dell’editoria italiana (per lo meno quella accessibile a noi meteo-amatori) mancava un po’ questo tipo di trattazione, e questo ha senz’altro contribuito alla realizzazione del Breviario. Ma nel Breviario non ho voluto solo trasmettere la mia conoscenza “scientifica”, ma anche ciò che è venuto prima della scienza, cioè la passione e lo stupore dinnanzi ai fenomeni meteorologici, al biancore di una nevicata o alla scura imponenza di una nube temporalesca.
Come si vive da scrittore? Beh, devo dire che la stesura dell’opera non è stata affatto priva di difficoltà. Mi sembrava ad ogni passo di cercare di intrappolare l’infinito, e questo (so che può sembrare paradossale) mi arrecava un deciso senso di inadeguatezza e di impotenza. Ma una volta “rotto il ghiaccio” la sensazione è meravigliosa. Il libro in fondo è una creatura di chi l’ha scritto, e lo si ama profondamente!
Ho visto che il tuo libro si diversifica da altri disponibili in libreria, per l’attualità dei temi trattati, in particolare per le analisi di situazioni bariche classiche in Italia. Ritieni di approfondire l’argomento con una successiva edizione?
Non lo escludo, come non escludo nemmeno di affrontare altri temi legati alla meteorologia.
In libreria troviamo sempre più libri dedicati alla meteorologia, segnale di certo positivo che indica un crescente interesse degli italiani alla materia. Ma a tuo avviso, in Italia si fa buona informazione? Non mi riferisco a quella che è disponibile su Internet, che è indirizzata ad un pubblico molto ristretto, mi riferisco ai mass media classici, ma anche ai libri scolastici, preparazione base per le nuove generazioni.
Purtroppo, se si esclude appunto l’informazione disponibile su Internet, che, almeno in ambito meteorologico, è relativamente elittaria, in Italia la meteorologia è tenuta quasi sempre in secondo piano. I mass media dedicano alle tramissioni meteorologiche troppo poco tempo e pretendono che su un territorio vario e complesso come il nostro si arrivi a fare una previsione esaustiva in pochissimi minuti. In più le basi scientifiche della materia (fisica dell’atmosfera ma anche solo un po’ di termodinamica) vengono molto trascurate dalla scuola italiana, almeno fino al Liceo compreso. Ad ogni modo non si può non notare che la meteorologia sta coinvolgendo (soprattutto a partire da Internet) sempre più persone, si scoprono sempre nuovi appassionati e questo è senz’altro un bellissimo segno!
Una tua definizione delle quattro stagioni degli ultimi anni.
Siamo in un periodo caratterizzato dall’estrema variabilità (anche a livello stagionale) da anno ad anno. Basti confrontare la fredda e temporalesca Estate del 2002 con la terribile, infinita, caldissima Estate del 2003. Anche le rimanenti stagioni non fanno eccezione, basta pensare all’Inverno appena trascorso, spesso molto piovoso/nevoso, e confrontarlo con l’Inverno, ad esempio, 2001/2002, molto secco anche se spesso decisamente freddo. Le stagioni “di mezzo” negli ultimi anni spesso hanno assunto caratteristiche tipiche ora della stagione calda ora della stagione fredda e solo raramente hanno rispettato il ruolo che la tradizione assegna loro. Si riscontrano andamenti contrastanti da un anno all’altro anche in Primavera e in Autunno, sia dal punto di vista delle precipitazioni sia dal punto di vista delle temperature. Una cosa senz’altro traspare dall’analisi dell’andamento delle stagioni degli ultimi anni: il 2004, dopo la metà di Febbraio, si sta rivelando un anno in netta controtendenza rispetto agli anni recenti. E’ un anno piuttosto fresco/freddo sinora, e con precipitazioni spesso sopra la media stagionale. In più in parecchie località non solo di montagna ma anche di Pianura e collina l’Inverno si è rivelato piuttosto lungo e nevoso. Speriamo che questo sia un segno (anche se ovviamente è prematuro dirlo) di un “ritorno al passato” dal punto di vista climatologico.
Infine ecco l’indice del libro
www.starrylink.it/editrice/skyline/file/schede/meteo/meteo.html
che potrete trovare nelle librerie convenzionate.
Ringrazio vivamente Nicola per la disponibilità mostrata, e gli auguro una recensione del libro entro tempi brevi.