La calma dopo la tempesta L’anticiclone è pronto a riconquistare l’intero bacino del Mediterraneo, dopo aver lasciato il campo ad una ferita di bassa pressione che, per qualche giorno ancora, condizionerà il meteo su parte dell’Italia. L’azione di blocco del campo anticiclonico, almeno a livello europeo, sta comunque andando avanti da diverse settimane: per questo motivo l’unica valvola di sfogo dei fronti atlantici è quella della penetrazione in ambito iberico-mediterraneo, anche se l’ostacolo altopressorio gioca poi a sfavore di un’evoluzione rapida con tutte le conseguenze d’accanimento ed esaltazione delle situazioni di maltempo.
Le tre recenti gravi situazioni alluvionali in meno di un mese derivano proprio dall’ostinata azione di blocco delle alte pressioni che dominano il contesto europeo. La situazione ora sta per modificarsi, ma il tutto avverrà per gradi: anzitutto la lacuna perturbata sul Mediterraneo tenderà a ridimensionarsi, consentendo una pronta affermazione dell’alta pressione. I massimi barici saranno stavolta più bassi e riguarderanno più da vicino l’Italia, consentendo al flusso oceanico di tornare a scorrere alle medie ed alte latitudini europee.
Focalizzando l’attenzione sulla tendenza meteo d’inizio dicembre, sembra spiccare in evidenza quella che sarebbe la principale novità, connessa ad una maggiore ondulazione del flusso atlantico determinato dal rallentamento del Vortice Polare, che sarebbe congeniale all’affondo di una saccatura prima sull’Europa Occidentale ed in successivo rapido scorrimento verso il cuore del Mediterraneo, coadiuvata dalle prime discese d’aria moderatamente fredda.
Quello che s’intravede, ma naturalmente attendiamo doverose conferme, è una maggiore ampiezza di queste saccature, oltre all’assenza di statiche figure di blocco anticicloniche che possano rallentare l’evoluzione di queste discese perturbate nord-atlantiche, portando ad isolamenti di pericolosi vortici in pieno Mediterraneo come è quasi sempre accaduto in quest’autunno. Il nostro mare potrebbe certamente offrire lo spunto per dare manforte a questi inserimenti perturbati, ma la svolta sembra proprio celarsi nel maggiore dinamismo tipico di una fase tardo-autunnale ed inizio invernale. Una situazione del genere preluderebbe al ritorno delle nevicate in montagna a partire dalle Alpi, di cui è nota la mancanza pesante in quest’ultimo mese.