Abbiamo di recente affrontato a più riprese il discorso legato alle dinamiche nella stratosfera, con il previsto repentino riscaldamento (stratwarming) che potrebbe destabilizzare fortemente il Vortice Polare, andando a spodestarlo dal Circolo Polare Artico ove potrebbe formarsi un’alta pressione. Il meccanismo di propagazione del riscaldamento dai piani più alti (stratosfera) verso quelli più bassi (troposfera) avviene sempre con estrema lentezza: in genere sono necessari almeno 10-15 giorni dal picco dell’evento a livello della stratosfera per le ripercussioni (altamente probabili, ma non certe) fino a livello della troposfera. Per farla breve, le conseguenze dello stratwarming, il cui apice è atteso nei primi giorni di gennaio, non si vedranno prima della seconda parte del mese.
Attualmente il Vortice Polare è previsto salire alla ribalta, con una probabile ulteriore accelerazione per l’inizio 2013 che dovrebbe deporre verso un’intensa zonalità sul Continente Europeo: il grafico in basso (fonte NOAA) dell’Arctic Oscillation è eloquente, con il trend di tendenza in crescita rappresentato dai tracciati in colore rosso (AO+ significa Vortice Polare più compatto). Questo significa che non vi saranno per il momento le condizioni per significative colate fredde e sul Mediterraneo potrebbero prevalere influenze dell’alta pressione distesa dal Vicino Atlantico, subito dopo il temporaneo passaggio di una saccatura fredda attesa dopo Capodanno.