Nulla di paragonabile all’emergenza che affligge l’Arizona (USA), ma i primi incendi boschivi hanno fatto la loro comparsa anche sull’Italia: un inizio se vogliamo un po’ tardivo, dovuto al fatto che la vera estate è esplosa solo recentemente. Nella giornata di domenica gli incendi maggiori hanno penalizzato la Sardegna: i roghi che hanno creato maggiori difficoltà sono divampati in Gallura, nella zona di Telti, ma anche sulla parte meridionale dell’Isola, nella rinomata località costiera di Chia: in entrambi i casi è stata necessaria l’evacuazione precauzionale d’alcune villette.
L’emergenza fuoco ha riguardato sempre domenica il sud della Francia, in particolare la zona delle Bocche del Rodano dove sono stati distrutti dalle fiamme cinquanta ettari di foresta e macchia mediterranea presso Martigues. Nemmeno la Corsica è stata immune dalle fiamme, con una decina di roghi che hanno creato problemi persino in alcuni villaggi, tra cui Oletta e Solaro, dove il fuoco è quasi entrato dentro le case.
Le aree interessate dal fuoco sono state tutte accomunate dal vento di Maestrale, che ha soffiato forte con raffiche anche ad oltre 80 km/h. Il vento ha complicato notevolmente l’opera di spegnimento, risultando purtroppo un prezioso alleato della mano dei piromani. Non dobbiamo mai dimenticare che la quasi totalità dei roghi estivi nascono dall’opera dell’uomo, talvolta colposa e non sempre dolosa. L’autocombustione in pratica non esiste, ma talvolta il fuoco nasce anche da incidenti: il rogo di Telti, in Sardegna, è stato ad esempio causato dalle scintille generate dalla caduta di un vecchio traliccio ENEL, abbattuto dal vento intenso. In questi casi chi paga il disastro?