Rispetto al precedente editoriale, ove si diagnosticava un possibile crollo del muro barico ad oriente (HP), dobbiamo ammettere che questo “sgretolamento” sembra presentare dei tempi molto più lunghi. In effetti l’area di “alta” resiste e resisterà molto bene sul comparto “russo/finnico” e sarà in grado di respingere con forza gli attacchi provenienti dall’Atlantico centro settentrionale.
Si presenteranno dei cavi d’onda oceanici, ma come sella struttura di HP fosse un forziere, questi verranno chiusi quasi repentinamente ad occidente tramite delle selle anticlconiche dovute dal sodalizio dinamico tra le Azzorre ed il settore nord orientale del nostro Continente.
L’unica prerogativa che potrà presentare “l’occidente atmosferico” sarà quella di scivolare sotto la barriera anticiclonica per poi andare ad impattare con aria più “fredda” di origini continentali.
Questo sembra il disegno o lo schema più verosimile, dal quale per azione di contrasto, potrebbero nascere delle depressioni mediterranee. La stessa struttura a 500 hpa, del modello in questione e di molti altri, indica una duplice azione. Una rappresentata da “blande” ondulazioni della “corda atlantica” che riescono a spingersi sino alle nostre regioni; l’altra una risposta ad un debole cavo d’onda mantiene attiva la struttura altopressoria ad oriente. Da essa ne consegue un continuo scivolamento di correnti che percorrono la dorsale orientale di questo “duomo” e che si presentano poi sul settore balcanico come flussi nord orientali.
Non vorrei aggiungere altro, al momento, poiché “l’imbarazzante” resistenza di questo impenetrabile muro continua a far slittare, di giorno in giorno, le ipotetiche avvezione di aria fredda dirette verso tutta la nostra Penisola.
Rimane un continuo ed estenuante duello tra occidente ed oriente.
Anche il modello di Reading, sebbene traslato di soli due giorni revisionali, chiarisce come il flusso principale atlantico viene arginato e solo un di ramo di esso, basso mediterraneo, riesce a vincere la forza anticiclonica.