E’ dal 1923 che si misura la radiazione solare incidente sulla superficie terrestre, ma una rete di rilevazioni a livello globale di tale parametro, fondamentale in meteorologia, la si è potuta attivare solo verso la fine degli anni Cinquanta, in particolare a partire dall’Anno Geofisico 1957-58.
Un team di ricercatori dell’Università di Zurigo, guidati dal Prof. Atsumu Ohmura, ha scoperto che la quantità di radiazione solare ha subito una forte diminuzione, in Europa, tra il 1950 ed il 1980, malgrado questo parametro si sia sempre ritenuto stabile nel tempo.
L’AGU (American Geophisical Union), ha pubblicato un lavoro che riguarda l’andamento a livello globale della radiazione solare nel corso degli ultimi decenni.
In pratica ha scoperto un nuovo fenomeno, un aumento della radiazione solare a partire dal 1985, battezzato “Global Brightening”, per opporsi all’altro fenomeno, detto “Global Dimming”, indicante il suo decadimento del trentennio 1950-80.
Ovviamente questo fenomeno dipende dall’attività umana, in quanto la radiazione solare proveniente dallo spazio ha subito solo delle lievissime oscillazioni negli ultimi trent’anni.
Particelle inquinanti, in particolare l’ingresso in atmosfera delle particelle di zolfo, che riflettono la radiazione solare, hanno contribuito al “Global Dimming” del trentennio 1950-80.
Ma la ricerca si è spostata ancora più in là.
Si è così fatta una scoperta sorprendente: nei periodi di “Oscuramento globale” dovuto all’inquinamento, l’effetto della presenza degli aerosol e delle nubi aumentano la radiazione solare diffusa, che è così in grado di penetrare in profondità nel mantello vegetale, aumentando così la quantità di CO2 assorbita dalle piante con la fotosintesi.
Quando invece la radiazione solare è diretta e con la massima luminosità, le piante sono meno efficienti nell’assorbimento della CO2.
Questo ha fatto sì che tra il 1960 ed il 1999 è stato assorbito un buon 10% in più di anidride carbonica da parte delle nostre foreste.
Tuttavia, le incognite in questo campo restano enormi.
Non si è ancora capito quale è il rapporto esatto tra la quantità di aerosol presenti in atmosfera e la formazione delle nuvole e la loro durata.
Inoltre la quantità di aerosol varia tra le zone urbane e quelle rurali, e non si conoscono i dati della variazione nel tempo della radiazione solare incidente sulle vaste superfici oceaniche, teoricamente quasi del tutto immuni dalla presenza di aerosol inquinanti di origine umana.
Si può affermare, tuttavia, che gli attuali modelli di simulazione climatica sul lungo termine non hanno ancora recepito con precisione i processi riguardanti il Global Dimming ed il Global Brightening, così come le emissioni antropiche utilizzate come input da tali modelli sono affette da ampi margini di incertezza.