Nell’alta troposfera, alle latitudini più elevate dell’Emisfero Nord, il VP (vortice polare) ha subito un temporaneo, energico, stiramento culminato, poco prima di Ferragosto, con un vistoso split (scissione), in concomitanza con lo sviluppo di un intenso blocking ad omega sull’Alaska e di un promontorio anticiclonico posizionato tra l’Europa orientale e l’Asia occidentale.
Negli ultimi giorni, sempre nell’alta troposfera, i disturbi in seno al VP hanno subito un drastico ridimensionamento.
Persiste comunque, anche se in misura minore, il disturbo prodotto dall’onda planetaria a curvatura anticiclonica sull’Est europeo, alimentato da robusti e persistenti forcing di matrice tropicale, favoriti dalla posizione anormalmente alta dell’ITCZ (fascia di convergenza inter-tropicale) nell’Africa orientale.
L’anomalia di geopotenziale in quota è stata particolarmente intensa sui paesi finno-scandinavi (SCANDINAVIAN-PATTERN positivo) ed ha favorito lo sviluppo del vistoso cut-off ciclonico che ha investito negli ultimi giorni, con ondate di maltempo anche di forte intensità, il Centro Europa, il Mediterraneo centrale e i paesi balcanico-danubiani. Il fenomeno è stato favorito da un’attenuazione delle forzature d’origine tropicale sul Mediterraneo centro-occidentale in seguito al temporaneo abbassamento di latitudine dell’ITCZ nell’Africa occidentale.
La Madden Julian Oscillation (MJO), sempre molto irregolare, dopo una temporanea intensificazione, è tornata ad essere debole. Determina, con la sua fase attiva, un incremento dell’attività convettiva sul Pacifico orientale, promuovendo lo sviluppo di uragani ad ovest del Messico. Inoltre, il consueto moto verso levante dell’oscillazione intrastagionale MJO è molto lento e indeciso.
Quando la Madden Julian Oscillation si manifesta con queste caratteristiche, risulta molto difficile prevedere l’evoluzione dell’attività tropicale e le conseguenti ricadute sulla circolazione troposferica delle medie latitudini.
La probabile, pigra, traslazione verso est della fase attiva della MJO dovrebbe favorire, nel medio termine, lo sviluppo di uragani nel Mar dei Caraibi e lungo la fascia di convergenza inter-tropicale atlantica. Nel contempo, l’ITCZ dell’Africa occidentale tende a salire verso latitudini anormalmente alte.
Tutto ciò fa ritenere che nel medio termine venga incoraggiata la propensione allo sviluppo di robuste alte pressioni subtropicali tra l’Atlantico orientale e l’Europa occidentale.
In un primo momento, alle quote medio-alte, queste HP subtropicali dovrebbero entrare in conflitto con la nuova modalità di circolazione alle alte latitudini. La conseguente intensificazione dei jet-streams nel comparto atlantico determinerà una generale progressione del treno d’onde a valle, mettendo così fine all’episodio di SCAND+ (scandinavian pattern positivo).
Tutto ciò fa ritenere che, almeno nel medio termine, non dovrebbero più verificarsi cut-off ciclonici nel Mediterraneo centro-occidentale e che le correnti a getto provenienti dall’Atlantico settentrionale dovrebbero pilotare un veloce treno d’onde perturbate verso l’Europa orientale.
Il corrente mese, quindi, dovrebbe chiudersi con una fase climatica pienamente estiva sulla Penisola Iberica e, in misura minore, sull’Italia. Il nostro Paese potrà essere interessato marginalmente dal flusso nord-occidentale diretto verso i Balcani.
L’area di forte attività tropicale monsonica, posizionata nei giorni scorsi sull’India, si è portata sul Sud-Est asiatico e continua a progredire verso levante, favorendo lo sviluppo di tifoni sul Pacifico occidentale. Forcing di matrice tropicale derivanti da questa marcata attività convettiva dovrebbero manifestarsi sul Pacifico nel medio termine. Ciò renderà ancora più instabile la circolazione atmosferica nell’Emisfero Boreale rendendo poco credibili le previsioni a lungo termine emesse da quei modelli che tratteggiano un inizio di settembre dominato dalle HP subtropicali sul Mediterraneo e sull’Europa meridionale.
Presumibilmente, come già accaduto nelle ultime decadi, la prossima HP subtropicale mediterranea avrà vita breve. Avremo così, probabilmente, una prima decade di settembre caratterizzata dallo sviluppo di cut-off ciclonici mediterranei associati a brevi ondate di cattivo tempo su gran parte dell’Italia.