Le Far Oer sono un pugno di isole appartenenti alla Danimarca, ma che godono di larga autonomia (avendo anche bandiera e moneta propria, quest’ultima cambiata alla pari con la corona danese, comunque accettata ovunque), situate nell’Oceano Atlantico intorno a 62°N e 7°W, a nordovest delle Shetland. Occupano una superficie di 1399 kmq e hanno un orografia abbastanza tormentata pur non superando mai i 1000 metri di altitudine.
Il clima di queste isole è di tipo temperato freddo oceanico, e non potrebbe essere diversamente visto che le loro acque sono bagnate dalla Corrente del Golfo e che in tutti i periodi dell’anno sono nettamente prevalenti i venti occidentali o sudoccidentali, pilotati dalla depressione d’Islanda. L’influenza del mare è quindi fortissima nel mitigare il clima invernale, ma anche, complice la ventilazione spesso sostenuta e la frequente nuvolosità, nello smorzare le escursioni sia stagionale che giornaliera.
A proposito di vento sono tra i 25 e i 30 in un anno i giorni in cui si superano i 7 gradi Beaufort, prevalentemente concentrati nei mesi del tardo autunno e dell’inverno. Il vento spesso di burrasca, o comunque forte, è uno degli effetti del continuo transito di perturbazioni collegate alla depressione d’Islanda, l’altro, come già accennato, è la frequente nuvolosità, accompagnata da piogge al transito dei fronti, ma presente anche, seppure meno intensa, nelle fasi di intervallo, favorita dall’abbondanza di umidità e dalla presenza dei rilievi su cui la stessa condensa formando strati orografici. Nelle fasi post-frontali il tempo è in genere improntato alla variabilità, accompagnato da venti da ovest o da nordovest. In questo secondo caso si hanno in genere ampie schiarite, ma alternate ad addensamenti intensi con rovesci, in inverno nevosi. Le precipitazioni sono superiori ai 1400 mm/anno e sono ben 280 i giorni in cui si verifica caduta di pioggia o neve. Il periodo dell’anno in cui è relativamente più probabile avere qualche bella giornata di sole è quello tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate.
Abbiamo parlato di neve, ospite non poi abituale in queste isole nelle zone più basse (frequenti e abbondanti invece le nevicate oltre i 3-400 metri), appunto per la temperatura elevata dell’acqua dell’Oceano. E’infatti intorno ai 3°C l’isoterma al livello del mare nei mesi di gennaio e febbraio, mentre non si arriva a 11°C nei mesi più caldi (luglio e agosto). I fronti caldi sono quasi sempre accompagnati da correnti miti, quindi da piogge intense, più abbondanti nel periodo ottobre/marzo, mentre le nevicate sono associate a ritornanti fredde oppure sono rovesci nevosi quando entrano le correnti da nordovest al seguito del passaggio del minimo. C’è da aggiungere che se è frequente che piova anche in pieno inverno, è anche possibile, appunto per le modeste variazioni termiche stagionali, vedere nevicare nelle mezze stagioni, in particolare in primavera, anche inoltrata.
Nel capoluogo Thorshavn queste sono le temperature medie, in °C: gennaio 3,5°, febbraio 3,4°, aprile 5,0°, luglio e agosto 10,5°, ottobre 7,2°, media annua 6,5°. Le precipitazioni, 1476 mm/anno, sono inferiori agli 80 mm/mese solo in maggio e giugno (79 e 70 mm), mentre superano i 100 mm da settembre a marzo, con in testa dicembre, gennaio e ottobre (168, 164 e 164 mm).
Fuori dagli itinerari turistici più battuti, queste isole sono state scoperte di recente da un turismo naturalistico, fatto di viaggiatori che cercano luoghi poco frequentati dove poter vivere a contatto con un ambiente ancora poco contaminato, dalla natura aspra per il clima freddo, la pioggia, il vento, ma capace di regalare al primo sole la straordinaria luce che ben conosce chi è stato oltre il 60° parallelo. Diciamo che chi va alle Far Oer è un turista simile a quello che frequenta l’Islanda o il grande nord scandinavo, considerando magari alcune delle mete principali di queste zone, quali le Lofoten o Capo Nord, già troppo affollate e “commerciali”. Non a caso non pochi abbinano una sosta alle Far Oer proprio a viaggi in Islanda o Groenlandia. Le isole tra l’altro sono da sempre scalo per le navi che dal nord Europa raggiungono appunto la lontana Islanda, anche se ora si raggiungono normalmente con l’aereo (aeroporto internazionale sull’isola di Vagar).
L’isolamento geografico ha fatto si che la popolazione sviluppasse una lingua autonoma, con similitudini con il danese e il norvegese, ma il turista è agevolato dall’ampia conoscenza dell’inglese. Genti abituate al clima e alla vita difficile, con le frequenti tempeste e i lunghi mesi bui dell’inverno, i feringi si segnalano per l’elevato standard culturale e l’ampia diffusione delle nuove tecnologie (Internet e telefonia cellulare), similmente alle altre popolazioni del nord Europa.
Attività importante per gli isolani è la pesca (e la cucina ne risente, avendo nei piatti di mare il suo punto di forza; la pesca alimenta anche una importante industria di trasformazione), ma è praticato anche l’allevamento, soprattutto di ovini, e come accennato il turismo sta prendendo piede. Accanto a un’offerta alberghiera in crescita si sta diffondendo l’ospitalità nelle case private. Alto il livello dei servizi. Piatto forte dell’offerta turistica sono i percorsi escursionistici, ma si segnalano anche un interessante Museo di arte moderna a Torshavn e le rovine della gotica Magnuskirken a Kirkjubour, villaggio che per lungo tempo fu capoluogo amministrativo e religioso dell’isola, prima di essere semidistrutto da una slavina nel 1772.
Su Internet il sito di riferimento è www.visittorshavn.fo, informazioni anche su www.randburg.com/fa/index.html.