Anche dal punto di vista della climatologia dei fenomeni nevosi, la Via Emilia indica spesso il confine tra regimi nivometrici differenti: la pianura a sud dell’asse viario, presenta una nevosità superiore di quella posta a nord e ciò è tanto più evidente via via che si procede dal piacentino verso la Romagna; ciò dipende dal fatto che si passa gradualmente da un’area in cui le nevicate avvengono prevalentemente per avvezione calda su strato di aria fredda, a zone dove assumono più rilevanza gli eventi da irruzione fredda da nord est, per le quali diviene rilevante l’effetto stau prodotto dal sistema montuoso appenninico.
Il grafico riporta la nevosità media annua di alcune stazioni poste sulla Via Emilia calcolata sulle serie storiche complete dall’inverno 1968-1969 al 2004-2005 ed evidenzia una nevosità più elevata nel tratto emiliano che in quello romagnolo in conformità con la cartografia ufficiale 1921-1960, va tuttavia rilevato come negli ultimi anni i massimi di nevosità si siano spostati da ovest verso est.
E’ opportuno tenere presente, nel confronto tra le località, che tutte le stazioni esaminate sono urbane, alcune periferiche, altre centrali; fa eccezione Bologna i cui dati si riferiscono ad Anzola Emilia a circa 10 Km dal centro città.
Le stagioni invernali più nevose nelle singole località sono state:
il 71-72 a Reggio Emilia con 90 cm
l’84-85 a Modena (cm 69) e Bologna-Anzola (cm 154)
l’ 85-86 a Piacenza (cm 160 ) e Parma (cm 98)
il 90-91 a Rimini (cm 81)
il 2004-2005 a Cesena (cm 66)
Fonti di dati:
Collegio Alberoni Piacenza, Università di Parma, Università di Modena e Reggio, G. Galeotti Reggio E,. M. Parmeggiani Bologna -Anzola, L. Marani SMI Cesena, G. Cappelli Rimini, Archivio Personale.