Con oltre 500.000 kmq la Francia è uno dei più vasti paesi d’Europa. Il territorio francese, di forma vagamente esagonale, ha una morfologia complessa, con varie catene montuose che contribuiscono a differenziarne il clima almeno quanto l’influenza del Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico, che bagnano il primo il sud e il secondo l’ovest e, con la Manica, il nord della nazione.
Le Alpi, a est della Valle del Rodano, separano il territorio francese da Italia e Svizzera, mentre sul confine nord-occidentale della confederazione si snoda il Giura. A ovest della Valle del Rodano sorge invece il Massiccio Centrale, caratterizzato dai coni vulcanici spenti dei Puys. Tutto il confine con la Spagna è segnato dalla catena pirenaica, che supera ampiamente i 3000 metri, mentre a est la catena dei Vosgi, che non supera i 1500 metri, crea una separazione geografica, un tempo anche politica, con l’Alsazia, che occupa il versante orientale della catena e il bassopiano renano fino al fiume che segna l’attuale confine con la Germania.
Possiamo definire le seguenti zone climatiche: 1) clima mediterraneo, con estati calde e asciutte, un po’ più umide sulla Linguadoca, e massimi pluviometrici autunnali, in Corsica e costa mediterranea 2) clima oceanico, ma con estate calda e abbastanza asciutta, in Aquitania; 3) clima oceanico sulle coste bretoni e normanne; 4) clima temperato fresco nella regione parigina e in Borgogna; 5) clima continentale in Alsazia-Lorena (soprattutto nella prima); 6) clima di montagna su Alpi, Pirenei e Massiccio Centrale.
Il clima di tipo mediterraneo che caratterizza le coste meridionali francesi e la Corsica (escluso naturalmente le zone montuose, precisazione doverosa visto che nell’isola si raggiungono i 2710 metri) è simile a quello delle coste liguri e dell’alto Tirreno, quindi con il massimo pluviometrico non invernale, come è invece nel clima mediterraneo in senso stretto, quello che in Italia si riscontra soprattutto al sud, ma autunnale, con un massimo secondario in primavera. Tutti questi climi presentano invece un minimo di precipitazioni nell’estate, per quanto riguarda la Francia più accentuato sulla Costa Azzurra che non sulle coste che affacciano sul Golfo del Leone, meno protette dalle irruzioni di aria atlantica per l’assenza della barriera alpina.
Il motivo della siccità estiva è naturalmente da ricercarsi nella persistenza in estate dell’anticiclone delle Azzorre, che costringe a scorrere più a nord le perturbazioni atlantiche, come meglio vedremo quando parleremo del nord del paese. Quando queste riescono a scalfire temporaneamente il dominio anticiclonico si ha occasione di piogge intense ma brevi, a carattere in genere di rovescio temporalesco. Negli ultimi anni, a cominciare dal terribile 2003, spesso onde di calore intense sono arrivate con anticicloni di matrice africana che hanno spinto masse d’aria calda nel paese. La “porta” d’ingresso di queste masse d’aria è sempre, in questi casi, il sudovest del paese (le prime località in questi casi a vedere “decollare” i termometri sono quelle ai piedi dei Pirenei, dove i valori si alzano molto sommandosi anche un effetto favonico), poi il caldo dilaga in quasi tutto il paese, in genere lasciando fuori solo il settore nordoccidentale, per presentarsi nuovamente molto intenso nel bassopiano renano, ovvero in Alsazia.
Nelle prima parte dell’autunno, da metà settembre fino a metà novembre, con l’abbassamento di latitudine delle perturbazioni atlantiche entra, spesso dalla cosiddetta porta di Carcassonne, la bella città murata presso Tolosa, aria oceanica più fredda sul bacino del Mediterraneo, ancora molto caldo, con conseguente formazioni di depressioni in cui viene messa in gioco molta energia, con piogge quindi spesso intense e non rari temporali. In Costa Azzurra e, più a ovest, sulle Cevennes la situazione è aggravata dall’effetto stau con le correnti da S/SE che addossano l’umidità ai rilievi.
L’inverno nelle regioni a clima mediterraneo è mite e abbastanza piovoso. I fenomeni in genere sono meno violenti che in autunno mentre prevalgono le piogge da nubi stratiformi da fronte caldo. La valle del Rodano, e più a monte quella della Saona, giocano un ruolo importante nel clima dell’area provenzale, incanalando l’aria fredda sia di provenienza artica sia di provenienza russo-siberiana. Il vento che ne deriva, il mistral, può raggiungere intensità notevoli sboccando violento sulla Camargue e dirigendosi poi, se è presente una bassa pressione sull’Italia, verso la Corsica e la Sardegna. Le masse d’aria artiche, già umide in origine, si umidificano poi ulteriormente scorrendo sul mare e le depressioni che si originano producono piogge e nevicate a quote relativamente basse sui rilievi. Più secche sono le masse d’aria provenienti da est/nordest, tuttavia anch’esse si umidificano sul Mediterraneo e possono originare qualche precipitazione, nevosa sui rilievi anche a bassa quota, soprattutto sul versante occidentale corso. Queste situazioni hanno comunque vari sviluppi possibili, come ben sappiamo in Italia, in quanto bisogna vedere se l’aria fredda esce anche dalla porta della bora e dove si posiziona il minimo barico. Quando questo minimo è sul medio-basso Tirreno sulla Corsica il maltempo può essere accompagnato dal vento di nordest e in questo caso le piogge e le nevicate, a quota molto bassa, colpiscono maggiormente il versante orientale.
La primavera nella prima parte vede alternarsi periodi di tempo già piuttosto caldo, quando predomina l’anticiclone delle Azzorre, a improvvisi ritorni di freddo quando colate di aria artica tornano a spazzare la Valle del Rodano.
Naturalmente sia la porta di Carcassonne (che incanala il vento da nordovest chiamato cers) sia la Valle del Rodano incanalano anche l’aria calda quando soffia l’autan, il vento caldo da sud/sudest, capace di portare il soffio caldo dell’Africa sul bacino di Aquitania ovvero su Borgogna e Alsazia.
Ajaccio, sulla costa occidentale corsa, ha una media (tutte in °C le temperature) di 8,1° in gennaio, 12,3° in aprile, 22,1° in luglio e agosto, 16,2° in ottobre (14,7° la media annua). Le piogge ammontano a 660 mm/anno, con massimo in ottobre-novembre (91 e 103 mm) e minimo in luglio e agosto (9 e 15 mm).
A Nizza, in Costa Azzurra, abbiamo 7,2° in gennaio, 12,9° in aprile, 22,8° in luglio e agosto, 16,1° in ottobre (14,8° di media annua). Gli 804 mm/anno di pioggia si concentrano soprattutto in autunno (oltre 110 mm in ottobre e novembre, 88 in dicembre); anche la primavera è piovosa, soprattutto nella prima parte (marzo 73 mm), mentre molto asciutta è l’estate (19 mm in luglio, 32 in agosto).
Nimes si trova presso le foci del Rodano, nella regione della Linguadoca, e non si affaccia al mare. Questo già conferisce al clima una maggiore continentalità, dimostrata dai 5,9° di gennaio e dai 23,3° di luglio, non mitigati dalla brezza marina. Nelle stagioni intermedie abbiamo 12,5° in aprile e 14,7° in ottobre (14,0° la media annua). 735 mm/anno le precipitazioni, con massimo in ottobre e novembre (116 e 70 mm) e minimo estivo un po’ meno accentuato (25 mm in luglio, 45 in agosto).
Nella seconda parte dell’articolo ci occuperemo del clima delle regioni che si affacciano sull’Oceano Atlantico.
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