Estesi tra i 5° e 11°N il Togo e tra 5° e 13°N il Benin, questi due stati occupano complessivamente una superficie di circa 170.000 kmq. Entrambi affacciano sul Golfo di Guinea e non presentano rilievi particolarmente elevati.
La vicinanza all’Equatore della parte sud dei due paesi e il fatto che si affaccino sul Golfo di Guinea, sono gli elementi che rendono il clima umido nella parte meridionale di entrambi. Se partiamo dall’inverno boreale per descrivere il clima delle due nazioni, dobbiamo dire che in questa stagione nel sud si ha clima relativamente secco, con relativa prevalenza degli alisei di NE. La linea di convergenza intertropicale con gli alisei di SE (ITCZ) si posiziona in questo periodo dell’anno, in questa parte del continente, intorno all’Equatore, ma la bassa pressione congolese è talvolta sufficiente a richiamare gli alisei sulla parte sud-orientale della Nigeria, deviandoli (e infatti si presentano come venti da S/SW), mentre la parte più occidentale della costa nigeriana e le coste di Benin e Togo sono solo molto sporadicamente interessate da questi venti, che trasportano umidità dal Golfo di Guinea. Sulle coste dei nostri due paesi sono quindi rari gli acquazzoni invernali (appena più frequenti nel Benin), accompagnati da temporali. Procedendo verso nord il dominio invernale dell’aliseo di NE (harmattan) si fa sempre più totale, e oltre i 7°/8°N in questa stagione non piove mai e si ha una stagione relativamente fresca (soprattutto di notte), con aria piacevolmente asciutta.
In primavera nella parte nord dei due paesi le temperature salgono decisamente, l’anticiclone subtropicale comincia a risalire verso nord, e si fanno più frequenti le occasioni in cui i venti umidi dal Golfo di Guinea raggiungono prima il sud, poi la parte centrale dei due paesi. L’intenso riscaldamento facilita i moti convettivi e quindi nel sud le piogge diventano intense, ma anche nel centro del paese, dopo il massimo termico tra marzo e aprile, gli acquazzoni si fanno via via più frequenti. Nel nord aprile e la prima metà di maggio vedono ancora prevalere il sole e le temperature raggiungono i massimi annui (massime oltre 40°).
A fine maggio ormai la ITCZ si è spostata intorno al 10°/12°N e le piogge interessano tutto il territorio, appena più sporadiche solo nell’estremo nord del Benin, dove anche i rilievi centrali, pur non elevati, giocano un ruolo nell’ostacolare la penetrazione nell’interno delle correnti umide. Anche in questo settore tuttavia piogge significative cominciano a cadere da inizio giugno. Per tutta l’estate piove bene ovunque, con il caldo meno intenso che nel periodo pre-piogge, ma decisamente più umido, quindi afoso. Rispetto alla primavera c’è un calo delle piogge sulla costa, visto che la ITCZ è ormai posizionata più a nord della stessa. A metà settembre la linea di convergenza inizia a ripiegare verso sud e le piogge cominciano a diminuire nel nord, per esaurirsi a inizio ottobre, mentre nel centro terminano solo a fine mese. Al passaggio della ITCZ sui 5°/7°N (fine settembre/ottobre) c’è invece un nuovo massimo pluviometrico (secondario) nel sud dei due paesi. Nella stagione post-piogge l’atmosfera si va essiccando a tutti i livelli e le temperature dapprima calano nei valori notturni (calo favorito dalla maggior serenità del cielo) ma aumentano in quelli diurni, poi (da metà novembre) iniziano a calare lievemente anche di giorno, soprattutto al centro-nord.
Abbiamo, nell’ambito di un clima ovunque tropicale, 2 aree climatiche:
1. la fascia della savana, oltre i 10°N, con stagione umida che dura 5 mesi (fine aprile/inizio ottobre) e precipitazioni tra 700 e 1100 mm/anno (crescenti da nord a sud)
2. la fascia della foresta monsonica, sotto i 10°N, con stagione umida che dura 6-7 mesi (fine marzo/fine ottobre), picchi pluviometrici zenitali e precipitazioni annue comprese tra 1100 e 1700 mm/anno, che scendono però sotto i 1100 mm in alcune aree nell’estremo sud del Togo
In gennaio le precipitazioni sono inferiori ai 10 mm nella fascia 1. e comprese tra 10 e 50 mm nella fascia 2. In luglio nella fascia 2. cadono 100-200 mm (localmente anche più di 200 sui rilievi del Benin intorno 9°-10°N), ma 50-100 mm nella zona costiera del Togo.
Le temperature (isoterme al livello del mare) sono in gennaio comprese tra 25° nel nord e 28° nel sud, per ridiscendere a 27° sulla costa. In luglio si passa dai 24°/25° della costa ai 26°/29° della parte centrale, per arrivare a 29°/30° nel nord (dove in aprile/maggio si viaggia sui 33°/34°).
Partiamo dalla costa per entrare nel dettaglio di alcune località. Lomè, nel Togo, riceve 859 mm/anno di piogge, scarse in inverno (60 mm da novembre a febbraio, 8 in dicembre e gennaio), mentre da marzo a ottobre si superano sempre, agosto escluso, i 50 mm/mese, con picco zenitale notevole in maggio/giugno (146 e 243 mm), netto calo estivo fino ai 32 mm di agosto e nuovo picco zenitale, più modesto, in settembre/ottobre (66 e 68 mm). La temperatura è al minimo in agosto (24,8°), quando i venti meridionali portano aria fresca dal Golfo di Guinea, ma le piogge sono spostate più a nord (come vedremo), salgono fino a 27,2° in novembre, scendono nei mesi dell’inverno boreale (gennaio 26,8°), quando spirano gli alisei di NE, per risalire già in febbraio, fino ai 28,1° di marzo, quando si innesca il richiamo dei venti umidi e freschi dal Golfo di Guinea e iniziano le piogge e un graduale calo termico (giugno 26,0°), fino al citato minimo agostano. Media annua 26,7°, escursioni giornaliere 5°/6° nei mesi delle piogge, 7°/8° in quelli asciutti.
Clima simile a Cotonou (costa del Benin), ma con piogge più abbondanti. Siamo a 1312 mm/anno, 111 da novembre a febbraio (gennaio 9), oltre 60 mm/mese da marzo a ottobre, con picco zenitale in maggio/giugno (197 e 355 mm), calo estivo fino a 65 mm in agosto, picco zenitale più modesto in settembre/ottobre (99 e 127 mm). Il mese più fresco è agosto (25,3°), si sale fino a 27,7° in novembre, si scende a 27,2° in gennaio, per salire fino a 28,8° in marzo e riprendere a scendere con l’inizio delle piogge (giugno 26,5°), fino al minimo agostano. 27,1° la media annua.
Ancora in fascia 2. ma nell’entroterra Atakpame (402 m, Togo) e la più settentrionale Parakou (393 m, Benin) ricevono 1348 e 1119 mm/anno e non mostrano più il calo pluviometrico di agosto, né evidenti picchi zenitali, avendo invece una stagione umida più uniforme con inizio tra marzo e aprile e termine in ottobre. Ad Atakpame aprile conta 120 mm, da maggio a settembre siamo sempre oltre i 140 (massimo in luglio con 218), in ottobre a 118. Piove molto poco da novembre a febbraio (74 mm in tutto, 9 in gennaio), di più in marzo (86 mm). A Parakou la stagione piovosa parte qualche giorno dopo (marzo 41 mm, aprile 83), cadono oltre 130 mm/mese da maggio a settembre (agosto 208), 94 in ottobre, solo 20 da novembre a febbraio (3 in gennaio). Andamento termico simile, con massimi in febbraio (Atakpame 27,6°) o marzo (Parakou 29,3°), graduale calo man mano che si va nel culmine della stagione umida, fino al minimo di agosto (Atakpame 23,4°, Parakou 24,2°), poi mentre Parakou sale a 26,4° in novembre per tornare a 25,9° in dicembre, ad Atakpame si sale continuamente fino al massimo di febbraio, passando per i 26,1° di dicembre (effetto favonico con gli alisei di NE). Medie annue: 26,4° Parakou, 25,5° Atakpame.
Kandi, nel nord del Benin (m 292), è invece nella fascia 1, quella della savana, dove la stagione umida dura solo 5 mesi (maggio/settembre). Dei 1006 mm/anno, ben 917 cadono in questo periodo (più piovosi luglio e agosto, con 194 e 272 mm) e solo 13 da novembre a marzo (0 in gennaio), con pochi brevi piovaschi a inizio e fine stagione umida (aprile 42 mm, ottobre 34). Temperature: dicembre 24,6° (stagione fresca, con alisei di NE), aprile 31,7° (stagione calda, pre-piogge), agosto 25,5° (stagione delle piogge), ottobre 27,2° (stagione post-piogge), media annua 27,3°.
Un viaggio in Togo e Benin è da consigliare ai cultori della magia e, più in generale, delle manifestazioni religiose rituali. Permette infatti un tuffo nelle sorgenti della magia, nella terra d’origine del vudù, tra pitoni sacri, oracoli, divinazioni, altari sacrificali, stregoni, guaritori, antichi feticci, amuleti e potenti erbe selvatiche, in una ridda di tam tam ossessivi, autentici episodi di trance e danze frenetiche. Ci si muove dalla reggia di Abomey, memoria dei re negrieri, a Ganviè, il più esteso villaggio palafitticolo al mondo, fino al mercato dei feticci di Lomé, dove si sfidano gli stregoni della costa ed è possibile acquistare ogni sorta di amuleti e pozioni magiche. Un viaggio quindi fra popoli che hanno fatto dei riti della possessione magica e delle capacità divinatorie una pratica di vita, un approccio diverso e curioso alle realtà tribali, nei meandri oscuri di un’Africa profonda e autentica, senza rinunciare al comfort di buone sistemazioni alberghiere, almeno nelle città principali.
I siti www.lonelyplanet.com/destinations/africa/benin, www.africaguide.com/country/benin, www.lonelyplanet.com/destinations/africa/togo, www.africaguide.com/country/togo sono buoni punti di partenza per informazioni sui due paesi.