La giornata vissuta ieri nel nostro Paese è stata davvero sconvolgente nel processo d’estremizzazione climatica che sta vivendo il nostro Pianeta.
Nemmeno il più catastrofista ed esperto studioso del clima si sarebbe potuto razionalmente aspettare che, nel cuore dell’inverno, in una vasta area compresa fra Piemonte, Liguria ed Emilia potessero registrarsi dei valori termici così sensazionali, e compresi fra i 25 e i 29 gradi!
Tutto ciò, a prescindere dalle spiegazioni scientifiche dell’accaduto, riconducibili alla presenza di una bolla d’aria eccezionalmente calda in quota e da una concomitante disposizione barica nei bassi strati, favorevole alla discesa di correnti di foehn dalle Alpi.
Naturalmente l’eccezionalità della giornata di ieri è stata a grande scala, vari record termici sono andati in frantumi non solo nelle zone poco sopra citate, ma anche su alcune località Alpine e Prealpine centro-orientali, e alcuni settori del medio Adriatico, anch’essi soggetti a compressione adiabatica dell’aria in discesa dai crinali Appenninici.
La cupola Anticiclonica lentamente va arretrando il proprio asse verso sud, e ciò ha portato la bolla calda più incisiva ad insediarsi al centro-sud e sulle isole maggiori, ove chiaramente è un po’ più normale assistere a delle fasi temperate miti anche nella stagione invernale.
Tuttavia, le temperature appena rilevate oggi sono di forte impatto, sia pure a prima vista del tutto imparagonabili con i valori, sulla carta impossibili, effettivamente rilevati ieri sul Piemonte.
Peraltro, durante la notte, nelle zone del nord interessate dai venti favonici, l’escursione termica è risultata altissima solo nelle aree di pianura, mentre nelle aree collinari e montuose le temperature minime sono restate su valori fortemente alti.
E così anche oggi si stanno stabilendo nuovi record di caldo, non solo sulle stazioni poste nei rilievi appennici centro-meridionale maggiormente esposti agli effetti della massa d’aria calda in quota, ma anche in aree di pianura del medio-basso Adriatico.
Nel frattempo grandi modifiche sono in atto in aperto Atlantico, con l’espansione dell’Anticiclone delle Azzorre lungo i meridiani con asse al momento obliquo, e aggancio riuscito con l’Alta Pressione termica della Groenlandia.
Tale struttura di blocking andrà a rafforzarsi nel corso dei prossimi giorni, e questa spinta meridiana sarà alla base di una progressiva discesa sul bordo orientale, e quindi in sede centro-meridionale Europea, di una poderosa saccatura artica.
Già nei primi giorni della settimana, a seguito di un primo approfondimento verso Francia, Pirenei e parte della Penisola Iberica, la saccatura farà ingresso anche nel Mediterraneo centro-occidentale e l’Italia.
Da qui la prognosi diventa molto complicata, in quanto l’irruenza dell’aria fredda polare-marittima dalla Valle del Rodano potrà dar luogo alle più variegate ipotesi, in riferimento alla reazione del mare Nostrum, difficilmente valutabile al momento dagli stessi modelli matematici, all’acuto contrasto termico che verrà in essere.
Intanto primi segnali d’inverno sono al momento riscontrabili nelle zone più a nord dell’Europa, con temperature finalmente invernali accompagnate da fenomeni nevosi sulla Penisola Scandinava. Più freddo anche in Russia, con Mosca finalmente scesa dopo vari giorni a zero gradi con neve, valore comunque largamente sopra la media del periodo.
Ciò rappresenta l’avamposto della svolta radicale che, rapidamente, cambierà in maniera vigorosa i connotati meteo nella prossima settimana.