Alle 8:00 ora italiana Ike era posizionato alle coordinate 21.9°N, 81.5°W, 150 km a sud-est dell’Havana. Spostandosi verso ovest/nord-ovest ad una velocità di 20 km/h, finirà di attraversare Cuba entro sera, e si getterà la prossima notte nel Golfo del Messico.
Durante l’attraversamento di Cuba Ike ha perso, come è normale che sia, parte della sua forza, diventando un uragano di 1° categoria, cioè la più bassa nella scala Saffir-Simpson. Ma questo non ha impedito a Ike di essere un uragano distruttivo. Sull’isola cubana, secondo le ultime fonti, ha causato quattro vittime, ed onde enormi si sono abbattute sulle sue coste. Non sono mancate le forti piogge: nella giornata di ieri 109 mm sono caduti a Nuevitas e 89 a Contramaestre. Ike non ha mancato di danneggiare ulteriormente Haiti, colpita da quattro tempeste in rapida successione, ed ormai allo stremo.
Ora Ike è accompagnato da venti a 130 km/h, mentre al suo approccio su Cuba essi superavano i 200 km/h. Quando un uragano tocca terra infatti gli viene infatti a mancare l’energia per il sostentamento, che tipicamente raccoglie dal mare. Ma presto Ike tornerà in mare aperto, e lo farà in una zona del Golfo del Messico in cui troverà acque molto calde. E’ probabile così che riacquisti potenza prima di fare landfall, presumibilmente, sul Texas.
Attualmente allerte per uragano o tempesta tropicale sono in vigore, oltre che su Cuba, sulle Florida Keys e sulle isole Cayman. Ma è appunto il Texas lo stato maggiormente in apprensione. Sebbene Ike ne sia ancora lontano, se le previsioni si dimostreranno corrette, le coste dello stato che si affaccia sul Golfo del Messico verranno investite da venti prossimi ai 180 km/h fra circa 120 ore (5 giorni).
Dissolte le altre tempeste atlantiche, rimane attiva nel Pacifico orientale poco al largo delle coste del Messico, la tempesta tropicale Lowell. La sua traiettoria la porterà probabilmente ad impattare contro le coste della Penisola di California (Messico) durante la giornata di mercoledì. La seguiremo ancora.