A gennaio, i maggiori centri di analisi degli eventi estremi tropicali tracciano una sintesi della stagione appena passata e una verifica delle previsioni stagionali effettuate ad inizio 2006.
In questo caso prendiamo in esame l’analisi del prestigioso TSR (Tropical Storm Risk), l’ente inglese nato nel 2000 che attraverso anche alla collaborazione dell’University College di Londra e al Centro Meteorologico Inglese MET OFFICE effettua previsioni sulle stagioni tropicali di tutto il pianeta.
L’analisi del Pacifico nordoccidentale presenta alcuni dati molto interessanti ed alcune differenze importanti rispetto alle previsioni effettuate durante il 2006.
Per analizzare una stagione nel suo complesso si utilizza l’indice ACE (Accumulated Cyclone Energy Index) che definisce l’energia espressa da un sistema rilevata ogni sei ore. La somma dell’indice ACE di ogni singola tempesta forma l’indice ACE complessivo stagionale.
Negli Outlook stagionali (previsioni) si prevede l’indice ACE della stagione ventura, e paragonandolo allo stesso indice medio misurato nel periodo 1965-2005 si definisce un probabile indice di anormalità.
Ad un occhio poco attento la stagione tropicale nel Pacifico Nord Occidentale potrebbe apparire nella norma, e così era stata prevista; ma l’indice ACE analizzato nel dettaglio per ogni singola tempesta ci fornisce un quadro differente, evidenziando la presenza di un numero ben superiore alla norma di tempeste (tifoni) molto intense, ed un numero complessivo di tempeste invece appena sotto la norma.
Il numero di tifoni molto intensi è stato infatti di 11, ben superiore alla media di di 8,6, mentre il numero totale di tempeste tropicali di 24, rispetto ad una media di 26,7. Gli undici tifoni molto intensi sono stati: Chanchu, Ewiniar, Saomai, Ioke, Shanshan, Yagi, Xangsane, Cimaron, Chebi, Durian, Utor; si sono inoltre avuti altri 4 tifoni e 9 tempeste tropicali. I tifoni sono dunque stati in totale 15, rispetto ad una media di 16,9.
L’analisi effettuta conferma una tendenza globale oramai accertata di aumento non del numero di tempeste tropicali, ma della loro intensità.
La previsione stagionale del TRS risulterà sbagliata in eccesso come numero di tempeste fino all’ultimo Outlook di Agosto, ma finirà per sottostimare la loro intensità.
Un dato che avrebbe contribuito all’errore di valutazione verrebbe anche dalla previsione sbagliata del NINO 3.75 SST che è stato superiore rispetto alle previsioni.
Di seguito più rilevanti della stagione trascorsa.
Nel 2006 sono stati stimati danni economici pari a 15 miliardi di Dollari, quindi di entità maggiore rispetto all’anno precedente.
Solo il tifone Shanshan nel Giappone ha provocato danni complessivi di 2,5 miliardi di Dollari.
Il tifone Saomai è il più forte tifone ad esser giunto sulle coste Cinesi negli ultimi 50 anni (come quarta categoria su una scala di cinque) ed oltre ad aver provocato 400 morti ha creato danni stimati a circa 1,4 miliardi di dollari.
Le Filippine sono state attraversate da ben 6 tifoni, che risulta il dato più elevato dal 1974. Nel complesso sono morte oltre 3000 persone, 800 solo dal passaggio del tifone Durian.
Durian oltre ad aver provocato danni e morti nelle Filippine è arrivato sulle coste del Vietnam come categoria uno provocando la morte di 80 persone.
L’uragano tifone IOKE ha un valore ACE calcolato durante tutto il suo tragitto che lo pone come il sistema tropicale più intenso di sempre, andando a superare come intensità complessiva l’uragano Ivan del 2004. La definizione Uragano Tifone non è errata perché il sistema formatosi sulle coste orientali del Pacifico il 19 Agosto, classificato come Uragano IOKE, si è poi spostato mantenendo sempre una notevole intensità nel comparto del Pacifico Nordoccidentale. La prassi in questo caso definisce che il sistema debba mantenere il proprio nome, cambiando la sua definizione da Uragano a Tifone. Il sistema ha interrotto la sua corsa il 5 settembre non molto lontano dalle coste Giapponesi.
La percentuale di Tifoni Intensi rispetto al numero totale avuto è la maggiore dal 1970.
Un altro dato particolare ed inquietante pone analogie fra questa stagione e quella scorsa in Atlantico. Lo scorso anno l’Uragano Wilma, nel mar Caraibico, nel suo tragitto verso le coste del Messico, ebbe uno sviluppo improvviso e straordinario della sua potenza, che trasformò il sistema in 24 ore da tempesta tropicale all’uragano più intenso mai misurato in Atlantico con pressione minima stimata di 882 hPa.
Il tifone Chebi, quest’anno nel suo tragitto verso le Filippine, ha avuto anch’esso una sviluppo rapido ed improvviso della sua potenza e al momento, coi dati a disposizione, siamo in grado di definire in maniera approssimativa che probabilmente il giorno 10 novembre, in sole 6 ore, il tifone ha aumentato la sua intensità dei venti di 60 nodi, ossia circa 110km orari (stima approssimativa dell’ente monitoraggio tifoni Filippino), passando da tempesta tropicale a tifone di quarta categoria. Le filippine, che in quel momento avevano un’allerta per il possibile passaggio di un tifone di prima categoria, si sono trovate a dover fronteggiare un’allerta per un supertifone che poi è giunto ad impattare sulle coste con intensità di terza categoria.
Il Pacifico non è nuovo a queste improvvise esplosioni di potenza dei sistemi ma secondo alcuni enti non risultano precedenti del genere. Ovviamente i modelli meteorologici matematici non sono riusciti a prevedere la variazione di intensità del sistema. Rimangono i dubbi di una misurazione che nel pacifico è ricavata solo dalle immagini dei satelliti e dalle analisi della temperatura nell’occhio del tifone, mentre in Atlantico l’aiuto anche degli Hurricane Hunters contribuisce in maniera migliore, attraverso misurazioni meteorologiche direttamente sulla tempesta, alla valutazione e misurazione dell’intensità di una tempesta tropicale.