L’inverno è partito forte. Al di là dei sensazionalismi, giustificabili o meno, quel che emerge è che alcune manovre atmosferiche descritte tempo addietro si sono realizzate.
Per inciso, il Vortice Polare (nella sua componente stratosferica, ovvero alle maggiori quote dell’atmosfera) ha subito pesanti assalti per mano dell’Anticiclone del Pacifico. Disturbi che hanno spostato il trottolone gelido dalla propria sede e che hanno facilitato lo scivolamento del freddo verso latitudini temperate.
Ora, cosa dobbiamo aspettarci? Beh, venendo a mancare temporaneamente la spinta anticiclonica del Pacifico ecco che il Vortice avrà modo di ripresentarsi in sede (sul Polo Nord) e accelerare. Si compatterà e ciò potrebbe sfociare in un incremento della circolazione occidentale. Non è da escludere, per il Mediterraneo, una pausa anticiclonica importante. Ma attenzione, perché nel tornare in sede si attiveranno nuovi disturbi e stavolta oltre all’Alta Pressione del Pacifico potrebbe partire il disturbo dell’Anticiclone asiatico. Una duplice azione che potrebbe, il condizionale è d’obbligo, stringere il Vortice Polare in una morsa di “calore” tale da minarne la struttura.
Che significa tutto ciò? Se tali manovre andassero in porto potremmo assistere, verso fine anno, a dinamiche invernali ancora più crude. Ovviamente stiamo ragionando ipoteticamente, pertanto dovremo cercare di monitorare costantemente la situazione perché l’inverno 2017-2018 potrebbe riservare ulteriori sorprese.