La ricerca è stata condotta presso l’Helmholtz-Zentrum di Potsdam, utilizzando i dati del sisma che produsse lo tsunami giapponese del 2011. I dati raccolti dai GPS durante il terremoto hanno consentito di stabilire un miglior allineamento con la realtà rispetto alle informazioni raccolte dai sismografi tradizionali – ossia misurando la quantità di energia generata dal movimento tellurico.
I dati GPS non si limitano ad indicare soltanto l’entità del terremoto – e di conseguenza anche la dimensione dello tsunami – ma essendo aggiornati ogni 3 minuti consentono di lanciare l’allarme quasi in real time.
Secondo i ricercatori, utilizzando questa tecnologia, il tempo di necessario (che oggi varia dai 5 ai 10 minuti) può scendere sino a 3 minuti. Potrebbe sembrare una differenza minima, ma considerando che uno tsunami può svilupparsi anche nei 30 minuti successivi al terremoto, si comprende come ogni minuto guadagnato sia di fondamentale importanza.