Nel Seicento siamo nel pieno della Piccola Età dei Ghiacci, con un clima mediamente più rigido dell’attuale, ma anche decisamente più Continentale in ambito europeo.
Le correnti atlantiche sono spesso bloccate dalla presenza di una robusta cellula anticiclonica sulle Isole Britanniche, che è la causa dei numerosi episodi di gelo prolungato del fiume Tamigi nel cuore di Londra.
Ma essa è causa anche di forti siccità estive, tanto da determinare la morte della vegetazione (come nel 1644 in Valtellina), od il grande incendio di Londra nel 1666.
E’ curioso da annotare anche l’insolito biennio 1607-1608, caratterizzati da due inverni consecutivi, il primo tra i più miti del millennio, ed il secondo tra i più rigidi e nevosi.
In questo Secolo si situa anche il cosiddetto “minimo di Maunder” dell’attività solare, che è la probabile causa dell’irrigidimento climatico.
1602-03: Un altro inverno rigidissimo, gela il Rodano, gela la Laguna Veneta.
A Bologna i ghiacci e le nevi ammantano la città dal 25 Dicembre al 21 Febbraio.
1604-05: un altro episodio invernale rigidissimo.
L’Arno gela a tal punto, che si tiene una Giostra del Saracino sopra il fiume ghiacciato, nel cuore di Firenze, e vi sfila sopra un corteo di maschere trainato da slitte.
1606-07: Un inverno mitissimo in Europa.
In Svizzera fioritura di alberi già a Febbraio, in anticipo di 4 settimane.
Gennaio e Febbraio furono caldi come in Maggio, la gente camminava con abiti estivi.
Il terreno non fu mai gelato o ricoperto di neve, in Svizzera, è ricordato come “l’anno senza inverno”.
1607-08: Uno degli inverni più freddi dell’ultimo millennio.
Lungo e rigidissimo nella Francia Mediterranea. Risulta lunghissimo anche in Veneto, dove il freddo durò circa tre mesi e la neve cadde in tale quantità da mettere a rischio i tetti delle case, tanto che vi furono numerosi crolli.
Le strade rimasero bloccate, l’approvvigionamento dei viveri messo in crisi.
Anche a Bologna iniziò a nevicare il 23 Dicembre, e la neve rimase fino a metà Febbraio.
Per 50 giorni le carrozze non poterono circolare in città, per gli immensi accumuli di neve posti sulle vie.
A Londra una prima ondata di gelo colpì tra l’8 ed il 15 Dicembre; successivamente, a partire dal 22 dicembre, il freddo colpì tanto intenso da gelare completamente il Tamigi.
Vennero organizzate danze e feste sul fiume ghiacciato, si accesero dei fuochi, vennero costruiti negozi di barbieri e mescite di alcolici.
Il freddo durò per circa due mesi, con massimi effetti tra l’8 ed il 15 Gennaio.
Anche gli altri fiumi inglesi congelarono, tanto che a York fu organizzata una corsa di cavalli sull’Ouse, mentre sul Severn si arrostirono pecore e buoi.
1613-14: Un inverno rigido e molto nevoso: la neve al suolo è presente per ben 150 giorni a Berna, in Svizzera.
1621: Un inverno europeo molto rigido.
Gran gelo del Tamigi a Londra; sul fiume gelato furono eretti negozi, per la vendita di ogni tipo di merce, e si organizzarono vari divertimenti sopra il solido ghiaccio fluviale.
1635: Pesanti nevicate colpiscono la Gran Bretagna, gela nuovamente il Tamigi a Londra.
Gelano anche i fiumi dell’Italia settentrionale e Centrale.
Da annotare è anche l’anno 1644, quando la prolungata siccità in Valtellina, nel Nord Italia, provoca la morte di viti ed alberi per mancanza d’acqua.
1648-49: Il Tamigi gela il 22 Gennaio sotto una tempesta furiosa di gelidi venti orientali.