Glenda è diventato un potente ciclone tropicale, intensificandosi nella giornata di martedì 28 marzo più di quanto fosse stato previsto. Alle 18 GMT, il ciclone era di categoria 4 (ma per breve tempo aveva raggiunto, nelle ore precedenti, la categoria 5), con venti sostenuti fino a 120 nodi che soffiavano intorno ad un centro di bassa pressione situato a 17,1°S 119,4°E, circa 160 miglia a ovest-nordovest di Broome, in Australia Occidentale. Glenda si muoveva verso sudovest a 12 miglia orarie.
Secondo le previsioni, nella giornata di mercoledì Glenda doveva continuare a muoversi verso sudovest, rimanendo più o meno parallelo alla costa, non molto lontano dalla stessa, per tutta la giornata di mercoledì, indebolendosi solo leggermente (alle 18 GMT, venti sostenuti previsti fino a 100 nodi, corrispondenti alla categoria 3, intorno a un centro situato a 21,2°S 116,3°E), per poi fare “landfall” in Australia Occidentale a ovest di Port Hedland nelle prime ore di mercoledì, ora GMT (corrispondenti al pomeriggio, ora locale), scendendo alla categoria 1 una volta toccata terra. Qualunque spostamento verso sud nella traiettoria di Glenda avrebbe come effetto l’anticipo del “landfall” di questo pericoloso ciclone e l’interessamento di zone costiere più orientali di quelle indicate nel bollettino di martedì sera.
Effettivamente, mercoledì Glenda ha sostanzialmente rispettato le previsioni e alle 12 GMT era centrato a 18,7°S 117,2°E, con venti sostenuti a 110 nodi (categoria 3), mentre continuava a spostarsi verso sudest. Alle 19.30 GMT le coordinate del centro erano 19,0°S 116,8°E e la pressione centrale 938 hpa. La previsione aggiornata indica un “landfall” nelle prime ore del mattino (ora GMT) di giovedì 30, ancora come categoria 3, un po’ più a sudovest di quanto fosse stato previsto 24 ore prima. Successivamente Glenda dovrebbe procedere verso sud-sudovest, notevolmente indebolito ma comunque in grado di dare piogge intense, dirigendosi verso l’entroterra di Carnarvon.