Il fine settimana appena passato ha certamente dello straordinario. Il freddo giunto sulla nostra penisola, oltre a regalarci temperature da record per il periodo, ha indubbiamente destabilizzato tante persone, che ancora faticano a digerire un così prematuro cambio di tendenza.
Il cut-off figlio del gelido affondo artico ancora si attarda tra le regioni meridionali e i Balcani, generando diffusa instabilità al sud e sulle regioni del medio e alto Adriatico, appennino compreso.
Non riuscirà a trovare sfogo a oriente in virtù di un campo di pressioni alte e relativamente livellate in territorio russo-balcanico, in cui si palesa una forte rimonta calda riequilibrante sia nella bassa che nella media troposfera dal Medio Oriente.
Allora il cut-off risalirà l’Adriatico e nella giornata di mercoledì lo ritroveremo nelle vesti di goccia fredda sopra le regioni settentrionali. Si perché anche sul centro-nord Europa è viva l’azione penetrante dell’alta oceanica, che stingendo accordi con l’alta sovietica, andrà a formare un barriera insormontabile per le fresche e perturbate velleità della goccia fredda. Quest’ultima quindi si troverà in gabbia, costretta a svolgere il suo compito in area mediterranea.
Le termiche saranno in generale risalita sul nostro Paese.
Valori di -1°C a 850 hPa (1500 metri circa) resisteranno tra la giornata di mercoledì e quella di giovedì su alto Adritico e regioni padane, a causa dell’azione retrograda della goccia fredda su tali regioni. A 500 hPa (5500 metri circa) agirà sempre in tali giorni e nelle medesime regioni la -24°C.
Termiche in ripresa dalla sera di giovedì.
Tra le giornate di mercoledì e di giovedì termiche a 850 hPa comprese tra +8°C delle regioni meridionali (sino a +10°C della Sicilia meridionale) e +4°C delle regioni centrali.
La goccia fredda ci lascia in eredità un’ampia zona che possiamo definire come lacuna barica, dalla forma ovoidale schiacciata e allungata, con asse d’azione sud ovest-nord est, dalle propaggini meridionali della Penisola Iberica sino all’area balcanica. Situazione che vedrà entrare in gioco correnti più umide dai quadranti meridionali. Vediamo come.
Sul bordo orientale dell’alta pressione oceanica, in prossimità delle coste portoghesi, si attiveranno nella media troposfera sostenute correnti che in ambito mediterraneo avranno componente sud-occidentale. Queste favoriranno un rinforzo dei venti nella bassa troposfera che almeno in questa prima fase avranno componente sud-orientale sull’isola di Sardegna. E favoriranno l’avvicinarsi sull’isola di un minimo pressorio precedentemente formatosi sulla Spagna meridionale a causa dell’isolamento in quota di aria fredda, una piccola goccia iberica. Chiaro contributo sub-tropicale in questa fase, si approssimano le piogge.
Mentre pian piano andrà a morire l’instabilità arrecata dalla goccia fredda sul nord e sul centro, ecco per mercoledì quindi minimo a largo delle coste algerine preceduto da una linea d’instabilità in rotta verso la Sardegna, che si fa strada in ambito mediterraneo. Nella giornata di giovedì, la struttura frontale calda legata al minimo posizionato verosimilmente tra canale di Sardegna e coste africane, regalerà piogge anche alle regioni meridionali e alle centrali tirreniche.
Nella giornata di venerdì, minimo in approfondimento e in risalita tra Corsica e Sardegna, in cui ruoteranno in senso antiorario un fronte caldo, seguito da uno freddo, con una piccola ritornante occlusa per la Sardegna. Per la giornata di sabato ancora diffusa instabilità sulla Penisola.
Come evolverà il tempo nel medio termine secondo il modello americano?
Ricorderemo la goccia fredda presente sulle regioni settentrionali. Bene questa avrà ancora la forza di traslare pian piano giù in area balearica sino alle coste Algerina e operare un’azione penetrante in area sahariana, tra Grande Erg Occidentale e Grande Erg Orientale. Nel suo movimento verso sud, probabile instabilità coinvolgerà la Sardegna.
Proseguiranno sino a metà della prossima settimana episodi instabili sulle estreme regioni meridionali italiane, a causa di calde e umide correnti che nella media troposfera avranno direttrice sud-occidentale, che andrà a confluire in un’area dalle parziali interferenze nord-orientali.
Più a nord si va invece preparando un nuovo assalto per meridiani verso il bacino mediterraneo, nuovo veemente split polare reso possibile dallo slancio settentrionale di una dinamicissima alta pressione delle Azzorre.
Cosa accadrà allora sul lungo termine per il modello americano?
Lo split polare punterà dritto la nostra Penisola, la goccia africana verrà risucchiata tra le sue spira.
Stavolta però parrebbe che le Alpi facciano slittare l’affondo freddo (sino a -30°C a 500 hPa) più sul lato adriatico, prima che con un’azione da manuale la sciabolata fredda si trasformi in un poderoso cut-off, capace di tenere sotto scacco la nostra penisola per vari giorni prima di ritirasi lentamente, indebolendosi, in area balcanica.
Ma è lungo termine certo, ci ritorneremo.