ALTA PRESSIONE SI ALLUNGA SULL’ITALIA – Il promontorio mobile anticiclonico di matrice sub-tropicale ha lasciato le nazioni dell’Europa Occidentale e si è spostato un po’ più verso levante, abbracciando in modo più diretto l’Italia. La saccatura atlantica, con perno principale sulle Isole Britanniche, sta lentamente guadagnando terreno ad est favorendo l’afflusso di masse d’aria sud/occidentali più marcatamente instabili, con una forte area di confluenza che si va disponendo tra la Penisola Iberica e la Francia: i contrasti termici dei flussi freschi in quota con l’aria calda pre-esistente nei bassi strati sono il carburante ideale per forti temporali, che potranno ulteriormente organizzarsi ed espandersi verso Belgio, Olanda e parte della Germania Occidentale.
GRAN CALDO – La risalita più decisa dell’anticiclone africano sull’Italia ha avuto inevitabili conseguenze sulle temperature, che hanno subito diffusi aumenti: le punte più elevate si stanno registrando in alcune località interne del Centro-Nord. Fra le zone più roventi spicca l’Emilia Romagna, dove tra ferrarese e bolognese si sono localmente raggiunti i 38 gradi. Valori del tutto simili anche sulle valli interne di Toscana, Umbria e Lazio, nonché in Sardegna. In questa fase il caldo interessa tutta la Val Padana, con punte di 35-36° in Veneto, fino ai 34° di Milano ed i 33° di Torino. Tuttavia, soprattutto sui settori più occidentali questo caldo è destinato a scemare già da sabato per effetto dell’aria più fresca atlantica che porterà temporali anche localmente in pianura.
VIVACI TEMPORALI SU OVEST ALPI – Le prime fibrillazioni instabili, antipasto del peggioramento che verrà su parte del Nord, si sono animate dal primo pomeriggio sui settori alpini occidentali, laddove i primi timidi sbuffi d’aria fresca in quota hanno generato non poca turbolenza. Le celle temporalesche, in questa fase, si tengano in prevalenza confinate alle zone montuose fra Valle d’aosta e settori piemontesi. I temporali si distinguono chiaramente anche da alcune città pedemontane di pianura ed in particolare tra verbano, torinese e cuneese la fenomenologia tende a lambire i capoluoghi: non si esclude che nelle prossime parte di queste aree urbane potrebbero anche essere interessate da brevi acquazzoni.