Il passaggio perturbato del week-end ha rotto il lungo incantesimo anticiclonico che avvolgeva l’intera Penisola per tutta la prima parte d’Ottobre. L’anticiclone, di matrice nord-africana, aveva infatti contribuito a portare temperature decisamente elevate per il periodo, dal sapore addirittura tardo-estivo. Ora lo scenario sta radicalmente cambiando e proprio il transito della perturbazione giunta nel week-end ha fatto da apripista ad un complesso generale cambiamento della circolazione.
L’alta pressione atlantica si è di nuovo eretta lungo i meridiani, a largo delle coste occidentali europee, chiudendo nuovamente la porta al flusso mite oceanico. Nel contempo, la forte elevazione della stessa struttura anticiclonica verso nord sta incentivando la velocissima discesa di masse d’aria artiche verso l’Europa Centrale e l’Arco Alpino, in seguito al rapido affondo di una saccatura direttamente legata al Vortice Polare.
Quest’aria fredda si è addossata al versante nord dell’Arco Alpino, provocando fin dalle prime ore odierne l’approfondimento di un minimo di pressione orografico sul Mar Ligure e sull’Alto Adriatico. Il richiamo delle correnti umide sud/occidentali ha portato deboli piogge tra Liguria di Levante ed Alta Toscana
L’estremo dinamismo dell’evoluzione ha visto tuttavia, nelle ultime ore, lo scivolamento del minimo barico ad occhiale fra il Tirreno Centrale ed il Medio Adriatico: il fronte freddo instabile ha valicato velocemente l’Arco Alpino, saltando quasi del tutto le zone padane centro-orientali e rigenerandosi all’altezza dell’Emilia Romagna. Nonostante le Alpi abbiano smorzato l’incursione frontale, non sono mancate abbondanti precipitazioni temporalesche su gran parte del Friuli Venezia Giulia, con accumuli in qualche caso superiori ai 50 millimetri in brevissimo tempo.
I crinali alpini di confine sono nel frattempo interessati dal muro dello stau e da conseguenti precipitazioni, con progressivo abbassamento della quota neve dato lo sfondamento dell’aria artica. Al momento la neve cade già a quote localmente inferiori ai 1200 metri in qualche località e persino a Livigno si sono avuti fiocchi di neve, pur senza accumuli al suolo. Abbondante la neve sul Passo dello Stelvio, nonostante si tratti del primo episodio stagione, tanto che sono dovuti intervenire gli spazzaneve.
Il foehn, vento di caduta dalle Alpi, ha intanto fatto irruzione su gran parte della Val Padana centro-occidentale, portando cielo terso ed aria trasparente. Le raffiche più intense, superiori ai 100 km/h sui pendii montuosi e lungo gli sbocchi vallivi di montagna dell’Alto Piemonte e dell’Alta Lombardia. Nel frattempo anche il Maestrale si va rafforzando in Sardegna, ma in genere su tutti i mari italiani i venti sono in rinforzo per il marcato gradiente barico a seguito dell’approfondimento del minimo barico al suolo. Sul Meridione affluiscono correnti più miti da sud/ovest in un contesto di tempo ancora buono, con temporali sul Mar Ionio.
Nelle prossime ore il tempo peggiorerà ulteriormente sulle regioni centrali, con la discesa di gran carriera del fronte freddo temporalesco in ulteriore accentuazione, attualmente proteso dall’Appennino Tosco-Emiliano verso i settori nord delle Marche. L’aria man mano più fredda entrerà solo al seguito del fronte, senza trascurare le complicanze orografiche dovute alla barriera alpina. Nel frattempo, sull’Europa Centro-Orientale l’episodio invernale è già palesemente in atto, con le prime nevicate fino in pianura che interessano le Repubbliche Baltiche e alcune zone della Russia.