Innanzitutto dobbiamo dire che queste variazioni rapide del clima, rappresentate dall’imposizione di veloci e profonde saccature in area mediterranea, rappresentano l’andamento normale del clima. Quindi nulla di stravolgente se durante i mesi di marzo ed aprile, con qualche eccezione per il mese di maggio, la nostra Penisola viene interessata da depressioni atlantiche che portano precipitazioni anche copiose sul nostro territorio. Siamo nella piena regola degli interscambi termici zonali ove, casualmente, dei cavi d’onda più “acuti” riescono a penetrare nell’area dell’Europa centro meridionale. La stagione di transito rappresenta proprio questo e viene compresa da “estrema vivacità” rispetto al “tempo normale”. La variabilità atmosferica, per altro descritta da molti poeti e scrittori dell’800/900, è ben sintetizzata in questa veloce successione del tempo “medio”: l’azzurro del cielo spesso mette il “broncio” e da esso cadono pesanti gocce che riempiono tracimando gli incavi del terreno. Nulla di particolare, siamo nella situazione più piena e rotonda. Alt ai clamori!
Ciò che a questo punto ci interessa di capire, quello che i lettori vorrebbero sentire, è quando ed in quale maniera questo “naturale incantesimo” verrà a rompersi. Per cercare di dare una risposta, anche visiva, abbiamo affiancato, in un gioco impossibile, due emissioni delle ECMWF che mostrano i due volti della stagione.
La prima rappresenta la fase più “cruda” e viene disegnata attraverso una profonda ansa depressionaria che si distacca dalla circolazione “madre” (VP) per interessare nelle prossime 96 ore gran parte del territorio nazionale.
La seconda, sulla sinistra, indica la “dura lotta” tra una circolazione oraria (anticiclonica) che parte dall’estremo lembo sud occidentale del nostro Continente ed incline a conquistare l’Europa centro settentrionale, in opposizione ad una circolazione antioraria (ciclonica) ancora molta attiva a sud est dei paesi Finnici.
Tra questi due “contendenti” si affaccerebbe l’azione decisiva di un terzo “contendente”: il Vortice Canadese. In effetti sembrerebbe che quest’ultima figura pressoria possa essere in grado di mettere in “riga” i due “duellanti”.
Se l’azione di detta depressione si manifesterà persistente, essa potrebbe essere in grado di “piegare” l’aniticiclone delle Azzorre e spingerlo in maniera più franca, attraverso una sorta di schiacciamento verso il basso, in direzione del settore del Mediterraneo occidentale.
Da questo momento potrebbe iniziare, come ripetuto in precedenti occasioni, una degna risposta che si paleserebbe attraverso l’affermazione di un promontorio d’onda stabilizzante che si aprirebbe un varco da sud ovest verso nord est. Ecco che ritornerebbe un nuovo riequilibrio barico rappresentato da un periodo nettamente più mite ed atmosfericamente più stabile.
Tranquillizziamo quindi chi legge le varie rubriche del MTG, poiché queste rapide ed assolutamente non dannose “micro avvezioni fredde”, fanno parte del “gioco” e rappresentano, nella maniera più degna, la vivacità atmosferica che la storia del “recente clima” (non mi riferisco certo a quella composta da centenni o millenni) traccia quando vi sono dei mutamenti, passaggi di testimone, da una periodo all’altro (semestre freddo/caldo).