Si staglia ancora ben delineata la cupola anticiclonica che da giorni oramai protegge il bacino del Mediterraneo e la penisola iberica, ed ora la troviamo estesa anche ai Balcani e fin verso il Mar Nero.
Quest’area alla quale possiamo aggiungere anche la Francia, seppure temporaneamente risenta del flusso perturbato atlantico, specie il comparto centro settentrionale del paese, gode di cieli sgombri da nubi e temperature gradevoli, uniti ad una stabilità dell’aria ed all’assenza di ventilazione degna di nota.
E’ per questo che sovente si assiste al fenomeno della nebbia, generato dalla calma del vento e dalla presenza susseguente delle inversioni termiche che, altra caratteristica dei regimi anticiclonici invernali, porta ad avere un quadro termico invertito, con temperature più miti in quota che non al suolo, dove la presenza delle nebbie spesso anche di giorno e del forte irraggiamento notturno, accentuano tale fenomeno.
Soffre di questa situazione il manto nevoso montano, che sotto la pressante presenza del sole unito alle temperature piuttosto alte, tende ad assottigliarsi sempre più, complice anche la perdurante stabilità atmosferica e l’assenza quindi di precipitazioni.
Oltre la barriera alpina il quadro meteorologico diviene movimentato con l’Europa centro settentrionale sotto l’influenza di instancabili centri depressionari generati dalle depressioni d’Islanda e Polare che ancora molto attive e profonde, pilotano intensi sistemi perturbati che si muovono spinti da forti o fortissimi venti occidentali, che permettono un clima temperato su tutto il continente ma frequenti piogge, cieli grigi e burrasche rilevanti.
Ed il freddo? Per trovare il freddo sul nostro continente dobbiamo recarci sulla penisola scandinava più settentrionale, dove resiste alle spinte oceaniche, e a nord della grande Russia, che solo oltre gli Urali riesce ancora a mantenere i suoi connotati invernali.
In effetti i tesi venti occidentali si spingono fin verso i confini orientali della Russia europea, scacciando il generale inverno da tutto il continente e relegando oltre il Circolo Polare Artico.
Nella cronaca possiamo trovare le conseguenze di questa situazione con i commenti sull’intensità delle tempeste che hanno flagellato il nord Europa e le conseguenze negative di tale situazione.
Quando finirà tutto questo? Quando ci sarà un cambio della circolazione? Tutto ci fa ritenere che da metà mese le cose cambieranno radicalmente per il nostro continente, che ritroverà connotati invernali via via più marcati, con il ritorno del freddo un po’ su tutta l’Europa con un quadro termico nella norma del periodo, grazie al rallentamento dell’attività dei vortici depressionari che favoriranno un ondulazione della corrente a getto con il ritorno a scambi meridiani.
E l’Italia subirà lo stesso repentino cambiamento? Diciamo che qualcosa inizierà a cambiare per il nostro paese almeno a livello termico e di rinnovamento atmosferico, con la scomparsa delle nebbie grazie ad una maggiore ventilazione settentrionale, con un ritorno delle temperature a valori più consoni per il periodo, specie sul versante orientale, ma quanto a precipitazioni consistenti, non possiamo sciogliere la prognosi, che resta sfavorevole. Rimandare ad ulteriori aggiornamenti è consigliato, vista la difficoltà per il nostro paese di prevedere le discese artiche con alcuni giorni di anticipo.
Ma per ora la situazione fotografata dal satellite, che da giorni si mantiene inalterata, ci farà compagnia ancora per 72 ore, con la sua statica fermezza e con le nebbie a fare da padrone del nostro paese.