Riprendendo dall ‘ultimo editoriale, tra le altre avevamo così scritto:
Riprendendo da queste “personali sensazioni” direi che segnali molto importanti stanno giungendo in queste ore sia dagli indici atmosferici che dai GM… segnali di un repentino cambio intorno alla metà del mese.
Il potentissimo e attivissimo VP é infatti in fase di rapida e calante attività…
Oggi più che mai, al di là delle personali sensazioni, i modelli ci stanno indicando questa nuova svolta che potrebbe anche avere dei risvolti eclatanti a partire dalla fine seconda decade/inizio terza.
Viene altresì confermato dagli indici atmosferici, in primis la AO, un drastico calo di attività del VP con valori proiettati da qui ai prox 10/14 gg su picchi negativi notevoli.
D’altro canto la NAO vista anch’essa in calo ma non su valori negativi quantopiù su valori prossimi alla neutralità o blandemente positivi, come già scritto in altro editoriale potrebbe sottendere la formazione di un possente hp russo nonché una spinta dinamica dell’hp atlantico dal basso atlantico verso i paesi finnici e quindi con asse principale SW/NE;
da ciò é evidente che l’indice non assumerebbe valori negativi in quanto le “radici” dell’hp rimarrebbero comunque in sede “basso atlantica” mentre in area nord-atlantica/islandese rimarrebbe comunque una zona depressionaria.
Anche se poi su base ENS , il calo dell’indice NAO sarebbe evidente dagli “spaghi” previsionali sul long range, lasciando quindi intendere la possibile formazione di una persistente e profonda circolazione depressionaria in area mediterranea:
Dunque l’atmosfera potrebbe riservarci anche scenari “eclatanti” nella seconda metà del mese in corso, con una reiterata e persistente fase fredda e con risvolti anche notevolissimi tra la fine della seconda decade/inizio della terza.
Un inverno dato per “morto” da molti, ma che finora perlomeno sul bacino mediterraneo e nonostante anomalie termiche positive, ha portato grandi quantità di neve sia sulle Alpi che sugli appennini nonché, in questo scorcio di nuovo anno, anche le tipiche nebbie e inversioni che da molto tempo mancavano in area padana, centrali interne e centrali adriatiche.
Ora la stagione invernale proprio nel suo periodo focale, sembra entrare nella piena fase di maturità, proponendoci una tendenza al maggior freddo proprio dalla metà del mese, nonché la ricomparsa sul comparto europeo di figure bariche “storiche” che da molti anni mancavano dalla scena, quale ad esempio un possente hp russo;
quello che potrebbe poi risultare “eclatante”, sembrerebbe essere la persistenza del freddo nonché il suo acuirsi col trascorrere dei giorni.
Rimaniamo dunque attenti spettatori di quello che la natura saprà riservarci e, soprattutto, molta attenzione alle prossime emissioni modellistiche che meglio sapranno indicarci la valenza e portata di questa nuova fase invernale.