Ci siamo appena lasciati alle spalle una settimana che finisce inevitabilmente negli annali, con una caduta di record che ha dell’incredibile. Mai si erano raggiunte temperature così elevate in aprile, come quelle misurate in particolare venerdì e sabato: ciò che lascia ulteriormente stupefatti è come questi valori si siano incredibilmente misurati nella prima decade del mese. Qual è stata l’esatta dimensione dell’ondata di calore? Ci vengono in soccorso le anomalie, riferite al periodo compreso fra il 3 ed il 9 aprile: va notato anzitutto come tutta l’Europa abbia avuto, chi più che meno, a che fare con temperature sopra la norma.
La regione alpina, la parte nord della Val Padana, la Francia meridionale e qualche area iberica sono state le zone che più hanno risentito di marcate anomalie positive, le quali hanno anche superato in media i 7-8 gradi di scarto dalla norma. Nel picco dell’onda di calore le temperature sono risultate in qualche caso persino di 15 gradi più alte del normale, ma la breve parentesi fresca dello scorso inizio settimana ha in qualche modo alleggerito l’eccezionalità del surplus termico, sulla chiave di un’analisi che racchiude l’intera scorsa settimana.
A determinare quest’eccezionale fase estiva è stato l’anticiclone africano, in forma come non mai e capace di premere su molte zone del Continente, come raramente si vede anche in piena estate, a meno di non pensare alla celeberrima stagione caldissima del 2003. L’insistenza dell’alta pressione ha sbarrato la strada alle correnti atlantiche, portando così siccità su tutta l’area mediterranea e buona parte dell’Europa Centro-Occidentale: bisogna salire verso la Scozia e le coste norvegesi per notare precipitazioni significative (punte precipitative di oltre 50 mm nell’arco di tutta la scorsa settimana).