L’evento caldo eccezionale dell’ultima settimana è stato davvero storico: non è facile cercare spiegazioni di fronte ad una tale anomalia che ha colpito parte dell’Europa. Di certo si sono levate all’attenzione dell’opinione pubblica diverse tesi, fra cui alcune obiettivamente poco credibili o assai difficili da comprovare, come ad esempio eventuali legami del caldo eccezionale con il recente sisma giapponese.
Quest’estremizzazione del clima, senza tentare voli pindarici, trova ragion d’essere nell’alimentazione sub-tropicale di un robusto anticiclone, divenuto peraltro non da oggi molto ingombrante su parte dell’Europa. La Nina, che ha abbattuto negli ultimi mesi il Global Warming, potrebbe essere stata una concausa di questo caldo eccezionale in Europa? Se consideriamo come il raffreddamento del Pacifico ha favorito le invasioni anticicloniche di matrice oceanica verso il Vecchio Continente, si potrebbe optare per una risposta positiva. Non si scopre certo oggi l’importanza e le ripercussioni meteo-climatiche a livello globale dell’andamento termico degli oceani.
Ora la situazione si appresta a cambiare in modo vigoroso e non sarà solo una parentesi: probabilmente la seconda parte d’aprile avrà delle caratteristiche ben differenti, a livello europeo, rispetto a questo scorcio iniziale del mese. Non c’è solo la Nina, c’è anche da scrutare con attenzione il Vortice Polare: quest’ultimo ha infatti girato a mille nell’ultimo periodo, impedendo sortite artiche di rilievo (colpi di coda dell’inverno) fino alle nostre latitudini. La salute del Vortice Polare è facile da seguire attraverso l’andamento dell’AO (Arctic Oscillation): possiamo notare come negli ultimi mesi, dalla seconda metà di gennaio, è rimasto quasi sempre su livelli positivi. Non a caso, da allora, l’inverno ha cambiato pelle, dopo l’inizio all’insegna del gelo riscontrato a dicembre.
La svolta attesa si potrebbe dunque intraprendere verso una tendenza al calo dell’AO, a cui potrebbe pertanto conseguire (se fosse confermato) l’indebolimento del Vortice Polare ed una maggiore propensione ad eventuali scambi meridiani, con la porta finalmente aperta per discese fredde o di frequenti saccature perturbate sull’Europa Occidentale. Risulta poi interessante scrutare l’andamento della temperatura a livello della stratosfera sul Polo Nord: dopo aver invaso tutto l’inverno un poderoso stratwarming, ci troviamo di fronte adesso a questo riscaldamento. Non è anomalo osservare riscaldamenti in questo periodo, solitamente in questa fase stagionale tavolta si verifica un “final warming” che precede l’avvio della fase discendente del Vortice Polare per il periodo estivo. Quel che è particolare, è l’eccezionalità di questo riscaldamento, che ha raggiunto dei picchi storici nei primi livelli stratosferici (tra 1 e 10 hPa).