GELO AD EST, MITE DA OVEST – Nel Vecchio Continente si contrappongono due diverse circolazioni: la prima è quella che fa capo al vortice depressionario d’Islanda, mentre la seconda ben più rigida viene sostenuta da un robusto anticiclone con massimi situati sulla Russia. Il mite contributo oceanico ha decisamente accresciuto il proprio raggio d’azione, espandendosi dalle nazioni occidentali verso quelle centrali. In queste ultime l’afflusso temperato è andato a scorrere al di sopra dell’aria molto fredda pre-esistente nei bassi strati: le temperature sono rimaste pertanto abbastanza rigide, favorendo episodi di gelicidio in alcune aree di Germania, Polonia e Repubblica Ceca. Come mette in evidenza la cartina in alto, il grande gelo ha dovuto comunque arretrare verso l’Europa dell’Est, laddove la circolazione atlantica è frenata dalla presenza dell’anticiclone russo.
FORTI DIFFERENZE DI TEMPERATURA – Dato il contesto appena descritto, il gelo polare si è portato tra l’Est Europa e le pianure russe, con l’aria più mite atlantica che ha sfondato fin sulle aree meridionali scandinave. Clima rigido su parte del comparto balcanico, con temperature che sono scese fino a -20°C in Romania. Il vero gelo lo ritroviamo poi nelle pianure russe (-17°C a Mosca) e zone di confine di Bielorussia ed Ucraiana. Completamente diversa la situazione sui paesi dell’Europa Occidentale: il clima è divenuto particolarmente mite soprattutto sulla Penisola Iberica, dove a causa di contributi d’aria sub-tropicale oceanica le temperature minime sono localmente risultate superiori ai 15 gradi in Andalusia, mentre in queste ore addirittura il termometro fa registrare qualche punta fino a 20 gradi.