Il lungo dominio anticiclonico sul Nord Europa si è definitivamente archiviato, dopo circa due settimane nelle quali una figura di blocco aveva portato temperature decisamente sopra le medie del periodo soprattutto tra le Isole Britanniche e la Penisola Scandinava. Ora l’anticiclone ha ulteriormente arretrato il proprio raggio d’azione verso ovest, privilegiando le alte latitudini tanto da occupare una vasta porzione fra Islanda, Mar di Norvegia e persino la Groenlandia.
L’espansione anticiclonica verso le terre polari ha contribuito a configurare una saccatura tra il nord della Russia ed il Regno Unito. Si sono venute ad unire due differenti aree cicloniche, una in allargamento dalle zone settentrionali scandinave e l’altra proveniente dall’Oceano Atlantico: quest’ultima area depressionaria era rimasta in prossimità delle Isole Britanniche per gran parte della scorsa settimana, bloccata nel suo movimento verso levante dal muro anticiclonico.
Lo scenario meteorologico si è quindi radicalmente modificato su tutta l’Europa in quest’inizio settimana, con gli anticicloni relegati a ruoli marginali e le correnti atlantiche a spazzare la palude circolatoria rimasta presente per molti giorni. Rammentiamo infatti che l’instabilità presente la scorsa settimana su molte zone del Continente era dovuta all’aria caldo-umida nei bassi strati.
Il flusso atlantico sta attualmente trascinando diversi impulsi a carattere freddo sulle nazioni centro-occidentali dell’Europa: in nottata ed al primo mattino le principali celle temporalesche erano concentrate in prossimità delle coste della Bretagna e sul Mare del Nord, ma col trascorrere delle ore i temporali si sono accesi tra Germania, Paesi Bassi, Inghilterra e Francia settentrionale. Queste zone sono colpite dall’afflusso d’aria più fredda in quota, che sta soppiantando i refoli d’aria più temperata ed umida richiamati sull’Europa Centro-Orientale.
Gli impulsi frontali, in transito sull’Europa Centrale, riescono a lambire anche le regioni settentrionali del nostro Paese. Il transito della coda di uno di questi fronti freddi atlantici è stato sufficiente per dar luogo ad un’autentica tempesta temporalesca notturna su gran parte della Lombardia, che ha colpito con particolare violenza l’area della metropoli milanese. Un evento d’assoluto rilievo, d’intensità da alluvione lampo, come riportato dalle cronache odierne.
I temporali hanno colpito in misura rilevante anche altre zone del Nord Italia ed ora il nocciolo duro del megatemporale, dopo aver attraversato il Triveneto, interessa ancora parte del Friuli Venezia Giulia. Altri temporali si stanno nuovamente generando tra l’entroterra ligure, la Bassa Lombardia e i confini settentrionali emiliani. Gli eventi di forte maltempo avvenuti finora su alcune zone del Nord sono stati quindi d’intensità davvero notevole, ma l’European Storm Forecast Experiment aveva evidenziato proprio l’area fra la Lombardia ed il Triveneto come quella, considerando l’intera Europa, a maggiore rischio (livello 2) di eventi temporaleschi severi.
Resta una vivace situazione d’instabilità anche per le prossime ore, in quanto altri impulsi frontali stanno lambendo le Alpi Lombarde, mentre permane il flusso relativamente fresco in quota (sostenuta corrente a getto da ovest) che sta sorvolando una Val Padana ove l’aria mite ed umida (serbatoio d’energia per i temporali) non è stata certo scalzata del tutto.
Il resto d’Italia subisce solo marginalmente l’azione del flusso instabile: qualche isolata cella temporalesca si è formata tra Umbria e Marche, mentre un altro nucleo convettivo dall’entroterra molisano ha raggiunto i confini settentrionali pugliesi. Calabria, Sicilia e Sardegna continuano a detenere i picchi termici maggiori, con punte massime oltre i 35 gradi.