Encelado è una piccola luna ghiacciata di Saturno, che ospita al suo interno un grande oceano d’acqua allo stato liquido, a 30-40 chilometri di profondità sotto la superficie della calotta polare meridionale del satellite.
Questa riserva sotterranea, combinata con l’individuazione di un nucleo roccioso sui fondali, farebbe presumere l’esistenza di condizioni possibili per lo sviluppo di attività di tipo probiotico (microrganismi attivi).
Si teorizzava già da tempo l’esistenza di questa riserva d’acqua ed ora è emerso che parte del metano rintracciato nei geyser al polo Sud di Encelado, che attraversano la crosta ghiacciata e arrivano in superficie, potrebbe essere prodotto da batteri.
Gli scienziati hanno riprodotto in laboratorio le condizioni presenti su Encelado per verificare se tre ceppi di batteri capaci di produrre metano partendo da idrogeno e anidride carbonica fossero in grado di sopravvivere.
I risultati dimostrano che in particolare uno dei batteri (Methanothermococcus okinawensis) è in grado di proliferare e produrre metano anche in presenza di sostanze (ammoniaca, formaldeide e monossido di carbonio) che normalmente inibiscono la crescita dei batteri metanogeni.
Vi sarebbe quindi una quantità di idrogeno gassoso sufficiente a sostenere la catena trofica dei batteri metanogeni. Non basta questo per teorizzare la vita su Encelado, anche perché i ricercatori ricordano che il metano può essere prodotto non solo da processi biologici ma anche da processi geochimici.