Nel Mare dei Caraibi è in azione l’uragano Emily. Dopo aver interessato le Antille orientali e aver lasciato, tra l’altro, 114 mm di pioggia in 12 ore (tra le 0 e le 12 di giovedì, ora locale) all’aeroporto Piarco, sull’isola di Trinidad, l’uragano ha rinforzato per breve periodo fino alla categoria 4 tra giovedì e le prime ore di venerdì, per poi perdere temporaneamente energia in una fase di “rimpiazzo” dell’occhio.
Alle 21 GMT di venerdì 15 luglio, Emily era quindi un uragano di categoria 2, con venti sostenuti fino a 90 nodi (103 miglia orarie), centrato a 14,7°N 75,4°W, sul Mare dei Caraibi, a sud dell’isola di Hispaniola, quella divisa politicamente tra Haiti e la Repubblica Dominicana. Muovendosi verso ovest-nordovest, Emily era previsto centrato, alle 18 GMT di sabato 16, a 16,6°N 78,9°W, dopo essere transitato a sud della Giamaica, con forti venti e piogge intense soprattutto sulla parte meridionale dell’isola. A quest’ora la previsione “vedeva” l’uragano ancora di categoria 2, con vento sostenuto fino a 95 nodi.
Alle 18 GMT di domenica 17 luglio Emily dovrebbe avere il suo centro a 20,0°N 85,5°W, tra la parte ovest di Cuba e la penisola messicana dello Yucatan. Dal punto di vista dell’intensità, Emily dovrebbe essere diventato un uragano di categoria 3, con venti sostenuti fino a 105 nodi.
Nelle 24 ore successive Emily dovrebbe attraversare lo Yucatan, riemergendo come uragano di categoria 1 sul Golfo del Messico, dove dovrebbe riprendere vigore, in attesa di fare nuovamente “landfall” tra martedì 19 e mercoledì 20, presumibilmente tra Corpus Christi e Matamoros, ovvero nella regione di confine tra Texas e Messico.