In mezzo a tante ipotesi modellistiche assai allettanti sulla possibile ondata di freddo attesa nel fine settimana, le ultime ECMWF, seguendo lo schema proposto ieri sera, “shiftano” leggermente verso est l’avvezione gelida, con interessamento un po’ più marginale del nostro Paese, che si rivelerebbe più deciso per quanto concerne le zone adriatiche.
Quest’analisi non intende tarpare le ali dell’entusiasmo ai cosiddetti freddofili, ma è solo un invito alla prudenza perchè non si possono avere ancora certezze sulla traiettoria della colata d’aria gelida polare e le complicanze orografiche (l’Arco Alpino su tutti, ma anche il Mar Mediterraneo) non possono essere considerate in maniera accurata dalle equazioni modellistiche, a così tanti giorni dall’evento.
Per sciogliere la prognosi, bisognerà attendere le 48-72 ore prima dell’evento, sempre che i modelli abbiano trovare una loro sostanziale identità. Nel frattempo, è bene sottolineare che il modello inglese non ha ritrattato nulla, ma solo attenuato gli effetti della colata d’aria gelida, in quanto l’asse di saccatura polare tenderebbe a sprofondare un po’ più ad est del nostro Paese.
L’avvento dell’aria fredda a tutte le quote si avrà fra Venerdì e Sabato, quando si avrà un tentativo di formazione depressionaria sul medio-alto versante adriatico, che porterà ad un intenso gradiente barico ed a forti correnti di maestrale sul Tirreno e sui bacini prospicienti le Isole Maggiori, ma saranno correnti in questo frangente ancora relativamente miti in quota, mentre l’aria più rigida si affaccerà sulle Alpi e sotto forma di correnti di Bora sull’Alto Adriatico.
Per la giornata di Domenica 24 l’onda fredda polare fin sul Sud dell’Italia, ove gradualmente si avrà un abbassamento termico. L’analisi al suolo mostra una moderata depressione secondaria sul medio-alto adriatico, incapace pertanto d’attrarre con decisione l’aria fredda verso l’Italia anche dalla Porta del Rodano, con una 552 dam temporaneamente presente sulle Isole. Diverso sarebbe se la profonda ciclogenesi si fosse posta sul Tirreno, con la saccatura posizionata più ad ovest.
D’altronde il grosso della “bomba fredda ciclonica” si manterrà sull’Europa Centrale e l’asse della saccatura tenderà gradualmente a slittare verso est fra Domenica e Lunedì, a causa della spinta anticiclonica da ovest. In base a queste attuali indicazioni, si attende meno instabilità, ma soprattutto per quanto concerne i versanti tirrenici e la Sardegna, mentre le regioni adriatiche e gran parte del Sud subiranno maggiormente gli effetti dell’incursione fredda e dei fenomeni ad essa collegati, localmente nevosi fino a quote relativamente basse.
Alla pari dell’aggiornamento di ieri sera, le mappe ECMWF non chiudono la strada a successive ingerenze fredde, a causa di nuove sortite meridiane del Vortice Polare e di un Alta Pressione atlantica che non avrà intenzione di sbarrare definitivamente la strada all’aria fredda polare sul bacino del Mediterraneo.
Non sono pertanto negative le carte a distanza di 8-10 giorni del modello inglese, persino più favorevoli alla formazione di possibili intense depressioni sui mari italiani, alimentate dalla corrente polare. La terza decade di Novembre è tutta quindi ancora da scrivere, ma bisognerà anzitutto vedere che cosa succederà esattamente nel prossimo week-end. I prossimi aggiornamenti dei vari modelli matematici renderanno forse possibili delle analisi più dettagliate.