Stante all’attuale prospettiva del modello di Reading la situazione che si verrebbe a prospettare verso la metà del mese corrente, non sembra voglia, al momento, ancora mostrare una “auspicabile” fase d’alternanza.
La carta rielaborata, in effetti, mostra sempre questa pulsazione dinamica dell’HP delle Azzorre verso nord, con relative e possibili incursioni d’aria più fredda in direzione del bacino centro occidentale del Mediterraneo.
Se dovessimo dar credito a questa recente emissione del suddetto modello, testandone la “bontà” in fase d’emissione, non si potrebbe dire che dall’attuale situazione ne siamo usciti completamente . Anzi sembra che ne siamo ancora nella sua massima espressione di: “non consono, non normale”.
Sempre tornando alle “forzature” che l’elemento umano pone nell’elemento “elaborativo”, non si coglie, pur rintracciandone una “massiccia ed interferente ” componente di esso, un periodo tardo primaverile in tutti i suoi “regolari ” aspetti.
Da qui a 9/10 gg. la situazione rimane pressoché “stagnante”.
Quello che invece mi sembra, al momento tutto da verificare, importante è un certo spostamento, dopo le 168 h, dell’asse anticiclonico in direzione del Mediterraneo centrale.
Certamente non è un “grosso segnale”, ma almeno sembra palesarsi come “timida” opposizione ad una massiccia fase di persistenza.
Allo stato attuale, dopo aver testato alcuni dei modelli principali, anche attraverso una regolare interpolazione di essi, si deduce che a partire dal 18 di maggio qualcosa possa cambiare.
In effetti, ma sempre con tutte le cautele del caso, l’anticiclone atlantico pare voglia cercare un “alleato” di matrice sub tropicale onde favorire una netta ripresa del tempo stabile e certamente più “degno” del periodo che stiamo osservando da molti giorni.
Se ciò accadesse certamente entreremmo in una fase “calda e stabile”, ma le certezze, anche solo apparenti, che questa sia durevole nel tempo ancora non ci sono tutte.
Molti degli studiosi del clima stanno monitorando questa situazione particolare, ma nonostante le loro “pressanti interferenze” , non sono riusciti a trovare una vera e propria “linea di fuga”.
Qualcosa sembra “muoversi”, ma tutto sembra così lento e non certamente facile da interpretarsi.
A me piace pensare, ma non attraverso un pensiero astratto ed infondato, che a “piccoli passi” si esca da questa “stasi”.
Possibilità reali che questo succeda? Al momento uno scarso 50%. In ogni caso una “degna ” percentuale che non avrei mai osato attribuire prima.