Nell’ultimo intervento avevamo accennato ad una configurazione barica che fosse in grado, attraverso un salto, scarto dei valori pressori, di creare un fiume di correnti che da un’alta pressione si muovono verso un’area di bassa pressione (venti).
Non potevamo pensare che questo “argine” anticiclonico posizionato sul nord est europeo, ed in fase di consolidamento nei prossimi giorni, sarebbe stato eroso nel suo bordo sud occidentale. Le correnti che si sviluppano nella parte ovest della suddetta struttura pressoria mostrano, sovente, una curvatura debolmente ciclonica e non possiedono le caratteristiche termiche per “sfiancare” un “maestoso” anticiclone.
Quindi l’unico “varco”, come mostra il modello rielaborato delle ECMWF (Reading) , proiezione per il 16 del corrente mese, ci fa capire come la continua pressione di correnti fredde provenienti dalle zone polari (estremo NE della Russia europea), potrebbe erodere la portata anticiclonica.
Si nota in effetti uno spostamento della zona di “alta” più ad occidente mentre, cosa assai importante e concomitante, si formerebbe sul bacino centrale o centro meridionale del Mediterraneo una zona di bassa pressione in successiva fase di approfondimento.
Ecco che si verrebbe a formare quella necessaria situazione, quota/suolo, di differenza pressoria, ove il flusso freddo, per compensazione tra i due valori barici, sarebbe costretto a raggiungere e gettarsi nel minimo barico.
Ovviamente stiamo parlando di una possibile risoluzione, risoluzione che potrebbe cambiare nelle future emissioni numeriche l’orientamento, ma non la dinamica.