6 gennaio
Europa spaccata in due. Anticiclone subtropicale dinamico nella parte sud del continente, profonde depressioni atlantiche nel nord; risultato: 73 hPa di differenza di pressione tra Jan Mayen (969.7 hPa), isola nel Mare Artico e la portoghese Vila Real (1042.7 hPa), che sotto una densa foschia registra estremi termici di -0.5/+4.9°C, più o meno come Oslo.
Ma è in Asia che si registrano i livelli di pressione (normalizzati a livello del mare) più elevati, precisamente in Mongolia, dove Tosontsengel arriva a 1069.3 hPa!!!
La solita Ojmjakon con -55.9°C è la località abitata più fredda del pianeta, mentre Africa e Australia si contendono quella più calda. La spunta di un decimo di grado ancora una volta l’Australia grazie a Marble Bar che raggiunte +43.1°C, mentre la sudafricana Van Zylsrus si ferma a +43.0°C.
E sempre australiana è anche la località più piovosa: a Double Isl Point cadono 112.6 mm di pioggia.
7 gennaio
Aumenta ancora la pressione nel mezzo del continente asiatico. Sempre a Tosontsengel si raggiungono i 1073.6 hPa, con condizioni di contorno che non invitano certo a fare una visita a questa località: -42.3° C di temperatura minima, -32.6°C di temperatura massima, calma di vento e nebbia.
Sempre Ojmjakon e Verhojansk a dividersi i record di freddo; se Ojmjakon registra la temperatura assoluta più bassa con -56.6°C, Verhojansk misura la “massima” più bassa con -54.2°C e temperatura praticamente stazionaria per tutto l’arco della giornata (minima -54.3°C).
Fa molto caldo in Florida e sugli stati americani che si affacciano sul Golfo del Messico. Orlando raggiunge i +27.8°C, New Orleans i +25.0°C, mentre Los Angeles, seppure sempre sotto i 15 gradi, rimette le distanze tra sé e le città della East Coast, finalmente raggiunte da valori termici più consoni alla stagione (Boston +4.4°C, New York +5.6°C).
L’Africa che non ti aspetti, quella che scende con una certa regolarità sotto lo zero. Se nella nostra estate i valori negativi li troviamo sugli altopiani del sud del continente, durante l’inverno dell’emisfero boreale li troviamo invece nelle regioni interne montagnose dell’Algeria e del Marocco. Le più fredde il 7 gennaio sono risultate Tiaret con -6.5°C, Ain Sefra con -6.4°C e Djelfa con -5.5°C, tutte in Algeria a quota 1000/1100 metri.
Per contro a Cradock in Sud Africa si sono misurati +42.5°C, non sufficienti per aggiudicarsi il titolo di località più calda del pianeta, sopravanzata da Dampier (+44.2°C record di giornata) e da altre 6 località australiane, oltre che dall’argentina La Rioja (+42.7°C).
Infine un cenno alla località più piovosa, Kuching, nel Sarawak (isola di Borneo – Malaysia) che ha visto cadere 131.6 mm di pioggia.
8 gennaio
Aumenta ancora il caldo in Australia. A Learmoth raggiunti i +46.4°C. Un continente che nulla si fa mancare quello australiano, oltre al gran caldo troviamo le consuete forti piogge nel nord, 155.4 mm a Proserpine, e persino un inconsueto gelo fuori stagione sulle montagne del sud, -2.5°C a Crackenback (1957 metri s.l.m.).
Nelle isole artiche appartenenti alla Norvegia il termometro fatica a scendere sotto le zero. Ecco alcuni estremi termici in °C di località tutte oltre i 70°N di latitudine: Svalbard -2.7/+0.2, Ny Alesund -7.0/-0.5, Jan Mayen -0.5/+0.5, Hornsund -1.6/-0.3.
In compenso giornata di ghiaccio a Braganca, in Portogallo, dove è stata misurata una pressione di 1038 hPa e segnalata la presenza di nebbia; gli estremi termici sono stati -2.3/-0.6°C. Giornata di ghiaccio anche a Leon in Spagna (-3.6/-1.8°C) e schivata per poco a Verona (-4.4/+0.4°C).
Per contro Monaco di Baviera si crogiola nella mitezza dei suoi +16.1°C e in Russia il freddo è totalmente assente, con Mosca che segna +0.7/+5.1°C di estremi termici e Indiga, peraltro già oltre il Circolo Polare Artico, che è l’unica località ad essere scesa sotto i -15 gradi.
Ma in Europa la giornata è stata caratterizzata dal fortissimo vento con forza da uragano, fino a raggiungere i 160 km/h in Germania e i 145 km/h in Danimarca. Ben 40 hPa di differenza si sono infatti misurati tra l’estremo sud norvegese (960.2 hPa) e l’estremo nord tedesco; la penisola dello Jutland si così è trovata nel mezzo di queste fortissime differenze bariche.
Da segnalare infine la solita Ojmjakon scesa fino a -56.4°C, ma risalita poi a -42.8°C e la solita Verhojansk che non ha superato i -51.6°C con una minima di -54.4°C.