Oggi è il primo giorno astronomico di Primavera, ma l’esordio della nuova stagione non appare certo dei migliori, considerando che è già imminente l’arrivo di un vigoroso sussulto di maltempo e freddo, il quale ci accompagnerà per tutte le festività Pasquali.
Il nuovo peggioramento è stato preceduto da una prima incursione frontale accompagnata da aria relativamente fredda, i cui effetti si sono avuti fra ieri e questa mattina, con precipitazioni sparse in passaggio lungo le regioni centro-meridionali e la neve che si è temporaneamente spinta ad imbiancare alcune aree collinari dell’Appennino Centrale.
Tradizionalmente questo periodo (terza decade di marzo) è spesso avvezzo a questi improvvisi ritorni fulminei d’instabilità e di freddo, dovuti ad un indebolimento del Vortice Polare ed a maggiori frequentazioni dell’Alta Pressione oceanica verso latitudini settentrionali; questi sono tutti elementi che convergono verso uno scambio di correnti per schemi meridiani.
In molti rammenteranno come, anche l’anno scorso, la primavera si era aperta all’insegna di un’avvezione d’aria gelida, la quale si rivelò non solo un’ondata di freddo “fuori stagione”, ma come la più intensa dall’inizio di tutta la stagione invernale, un inverno del tutto anonimo.
Quest’anno l’inizio della nuova stagione coincide peraltro con il week-end di Pasqua, il quale verrà dunque inevitabilmente rovinato, somigliando a quanto ci si attenderebbe più facilmente nel periodo di Natale. Una Pasqua così anticipata sul calendario riserva non di rado queste sorprese.
L’incisivo peggioramento frontale, la cui fase iniziale non tarderà a presentarsi, è ancora causato dalla poderosa area depressionaria in approfondimento sul cuore dell’Europa. A dar manforte ad essa un nuovo nocciolo ciclonico a tutte le quote (posizionato sulla Danimarca, profondo minimo barico al suolo di 970 hPa), di origine groenlandese, accompagnato da una maestosa perturbazione.
Al suo seguito una massiccia intrusione di masse d’aria artiche, le quali sono sospinte lungo il bordo orientale di un’Alta Pressione inflessibile, lungo i meridiani atlantici, che crea un muro di blocco invalicabile alle infiltrazioni d’aria più mite atlantica.
Le immagini Meteosat (consultabili in ogni momento al seguente link https://www.meteogiornale.it/live/meteosat.php ) testimoniano la nuova intensa perturbazione, pronta ad irrompere con decisione sul Mediterraneo. L’aria artica ed instabile al suo seguito si evidenzia in arrivo su parte della Francia, dopo aver già colpito le Isole Britanniche.
La parte più avanzata del sistema frontale interessa le regioni centro-settentrionali, con prime precipitazioni che in atto sui settori centro-settentrionali tirrenici. Queste zone saranno le più esposte, fin dalle prossime ore, ad una recrudescenza del maltempo, apportato dall’intensificazione delle correnti di libeccio, come evidenzia la mappa in alto.
Le regioni settentrionali risultano invece maggiormente al riparo, grazie all’orografia alpina. Fenomeni interessano i settori alpini settentrionali, soprattutto tra Val d’Aosta ed alto Piemonte, ma anche il Friuli Venezia Giulia, più esposto al richiamo occidentale in quota.
Molti lettori chiedono notizie su possibili fenomeni al Nord-Ovest, anche in pianura, zona che appare come la più riparata con questa configurazione: questi non sono del tutto esclusi con l’avvicinamento delle masse d’aria più fredde verso il Mediterraneo, per via di risposte depressionarie al suolo che potrebbero incentivare importanti contrasti termici. Intanto, il campo barico sta crollando su tutto il Nord: nelle prossime ore i valori si porteranno diffusamente sotto i 990 hPa, i più bassi dall’inizio dell’anno.
In questa prima fase l’asse della saccatura tenderà a sprofondare poco ad ovest dell’Italia, con un flusso relativamente più mite e perturbato che colpirà in maniera veemente tutti i settori occidentali, grazie allo scorrimento delle correnti lungo il cavo ascendente della saccatura.
Solo fra Pasqua e Pasquetta vi sarà la progressiva traslazione verso est dell’asse da saccatura, tale da permettere una maggiore interazione diretta dell’aria fredda di stampo rodanico alle medie-basse quote dell’atmosfera. Per il dettaglio di tale evoluzione, sarà necessario seguire i costanti aggiornamenti dei bollettini di previsione e degli editoriali.