Siamo reduci da una settimana di meteo decisamente tormentato, con freddo risultato davvero clamoroso per il periodo di metà maggio. Non a caso, si sono misurati dei picchi termici da record per il freddo, con la neve che ha raggiunto quote così basse che non si rammentano in questo periodo, in Italia come in Corsica.
Tutto ciò risulta essere completamente inatteso, in virtù del fatto che negli ultimi anni, ma potremmo dire ormai decenni, c’eravamo abituati al fatto che proprio la primavera era la stagione che più di tutte aveva risentito del riscaldamento globale.
La mappa, relativa alle anomalie termiche dal 13 al 19 maggio, evidenzia il gran freddo su un’ampia parte dell’Europa Centro-Meridionale, ma in particolare l’Italia risulta fra le zone con gli scarti negativi dalla norma più importanti, insieme ai Balcani.
Le temperature medie degli ultimi 7 giorni sono risultate anche di 4/6 gradi inferiori alla norma. Tutto ciò si inserisce nell’ambito di un maggio risultato per ora tutto decisamente freddo, date le ondate artiche che si sono alternate in rapida successione.
Fra le aree d’Europa che fanno eccezione, notiamo temperature al di sopra della norma sull’estremo Est dell’Europa, ma anche sul comparto baltico-scandinavo. Importanti contrasti termici hanno peraltro causato fenomeni violenti come tornado e grandinate in diverse parti dell’Est Europa e della Russia.
Su Spagna e Portogallo si sono invece ridimensionate le anomalie termiche positive, in quanto il caldo estivo negli ultimi giorni della settimana è stato spazzato via dall’ingresso di correnti più fresche e perturbate nord-atlantiche, le stesse che hanno poi determinato un weekend pessimo sull’Italia.