L’ultimo articolo proposto metteva in luce i possibili rischi derivanti dalle condizioni meteorologiche avverse previste per la settimana in essere. Si mise l’accento su tutte quelle buone pratiche agronomiche essenziali al fine di evitare danni o stress alle colture agricole e non. Condizioni che potrebbero ripercuotersi nella futura produzione delle specie a maturazione primaverile-estiva.
Anche la giornata di oggi porta conferme circa l’evoluzione atmosferica tracciata giorni or sono e molte delle nostre regioni, essenzialmente le Isole maggiori e parte del Sud, risultano interessate dall’avanguardia della perturbazione Nord Africana. Una depressione che porterà con sé precipitazioni sparse, anche moderate su Sicilia e Sardegna, mentre sul resto della Penisola, in particolare al Centro ed al Sud, avremo forte instabilità nelle zone interne e in prossimità dei rilievi.
Ecco allora che tutte quelle condizioni, le più importanti temperatura e umidità, ideali allo sviluppo di agenti patogeni quali ad esempio attacchi fungini, divengono più che una semplice minaccia. Sappiamo difatti che le temperature al di sopra delle medie di questi ultimi giorni, coadiuvate da tassi d’umidità relativa dell’aria in aumento (oltre alle precipitazioni previste), determinano l’accrescersi delle percentuali di rischio.
A tutto ciò possiamo aggiungere un ulteriore elemento di discussione, sempre riferibile alle colture in pieno campo laddove non esistono condizioni di atmosfera controllata come può essere da esempio all’interno di una serra. Elemento identificabile nello sviluppo di erbe infestanti che trovano nelle precipitazioni previste (oltre che nei valori di temperatura) terreno fertile per l’invasione dei terreni coltivati.
Il tutto si può facilmente tradurre in competizione d’accrescimento con le specie produttive coltivate, in merito sia alle normali esigenze idriche che a quelle puramente nutritive. Una lotta che spesso vede vincitrici le infestanti, più facilmente adattabili a condizioni climatiche o edafiche (ossia di suolo) estreme. Prevedibili o comunque preventivabili diminuzioni produttive da parte delle specie coltivate che risentono pesantemente della carenza di elementi nutritivi e dell’acqua necessario per un normale sviluppo.
Raccomandiamo pertanto particolare prudenza in una fase colturale che si preannuncia intrisa d’ostacoli. Una fase del ciclo colturale durante il quale si rende necessario un costante monitoraggio al fine di attuare tutte quelle misure di prevenzione che potrebbero scongiurare problemi ben più seri in fase di maturazione.