Nell’era di internet e dell’informazione globale, il termine “notte tropicale” si sta diffondendo anche in Italia, ma molti probabilmente non ne conoscono il significato. Vediamo allora la sua origine e cosa significa.
Il termine vede la sua origine nell’Europa centrale e settentrionale per indicare le notti in cui la temperatura minima non scende sotto i 20°C. Tale termine è spesso utilizzato anche dai vari Istituti Meteo Nazionali.
In quella parte d’Europa non scendere sotto la soglia dei 20°C durante la notte sta a indicare la presenza di una rilevante ondata di caldo. Il numero di notti tropicali in un mese è dunque un dato significativo dell’andamento termico, più o meno come il superamento della soglia dei 30°C.
Le temperature minime medie del mese più caldo, di solito luglio, sono infatti abbondantemente inferiori ai 20°C e spesso inferiori anche ai 15°C. A Londra, ad esempio, la media delle temperature minime di luglio è di 14°C (15°C in centro città), a Parigi di quasi 16°C, ad Amsterdam di 12°C, a Copenaghen di 13°C, a Berlino e Zurigo di 14°C, a Praga di 12°C, a Mosca, Varsavia e Zagabria di 14°C, a Kiev di 16°C. Un po’ più calda è Vienna con 17°C.
Ma in Italia la situazione è differente. Anche nelle città padane le medie delle minime estive di solito non sono inferiori ai 18°C, con qualche eccezione ad esempio a Torino (circa 17°C), e lungo le coste quasi ovunque le minime sono mediamente superiori ai 20°C o, se inferiori, di pochissimo. In certi tratti costieri del Sud si raggiungono addirittura medie superiori ai 23°C.
Ecco così che una notte tropicale è una normale notte mediterranea e che tale parametro, in buona parte d’Italia, perde di significato climatologico.