Sempre più spesso siamo “tempestati” da notizie, spesso catastrofiche, che il nostro Pianeta nei prossimi 50/100 anni, subirà dei mutamenti radicali. Mutazioni nelle quali alcuni settori nel nostro Continente potrebbero addirittura mostrare le tipiche caratteristiche climatiche di una “mini era glaciale”. Qualcosa di vero esiste e non solo in prospettiva. Da oltre vari decenni a questa parte abbiamo assistito a delle fluttuazioni climatiche molto convulse. Andamenti irregolari del clima che hanno portato a dei periodi molto caldi, seguiti a periodi molto freddi.
Le motivazioni sono diverse e partono dai fattori ambientali, attività umana, sino ad arrivare ai cicli solari, minore /maggior attività, macchie solari, passando attraverso una diversa inclinazione dell’asse terrestre e finendo, questo ideale percorso, nella irregolare disposizione della QBO. Tutto ciò a porterebbe a diversi orientamenti dei cicli atmosferici e relativa ripartizione degli alisei “stratosferici”. La stessa presenza, maggior ingerenza, delle depressioni polari costituisce un fatto incidente che ci porta a pensare che nel corso dei “recenti” anni diverse cose sono cambiate. A questo dovrebbe aggiungersi il fatto che la “natura atmosferica”, come ribadito in altre occasioni, possiede una “rudimentale” memoria ed è in grado di “ricreare” delle tendenze che si sono manifestate diversi secoli fa.
Ovviamente non possiamo generalizzare che tutto il clima del Globo possa seguire questa tendenza, ma solo alcune aree ed in maniera del tutto irregolare.
Se vogliamo riferire tutto il discorso, sentesi, al continente Europa, considerando una spiccata ciclicità degli eventi atmosferici passati e proiettati nel futuro, potremmo dire che molto più spesso la “frusta atlantica”, modellata dalle depressioni polari, favorirà delle massicce discese di aria fredda nel periodo invernale e che potrebbero, attraverso una diversa angolatura dei getti, colpire la parte più centrale del nostro Continente con una certa predisposizione a flussi artici continentali o a poderose rimonte dinamiche “forcing atlantici”.
Ora localizzare ove questi “eventi” possano esattamente destinarsi, mi sembra una questione irrilevante, tanto più che qualsiasi disposizione nella circolazione globale avrebbe mediamente un orientamento con rotazione, naturale, ovest/est.
In sintesi possiamo pensare che i prossimi inverni e le prossime estati, saranno/potrebbero essere caratterizzati da medi/lunghi periodi freddi, spiccatamente continentali (inverni) e lunghi periodi caldi o torridi addirittura (estate).
I passaggi, quindi le compensazioni termiche, caratteristiche dei periodi di transito, verrebbero praticamente compressi e le avvezioni, onde termiche di qualsiasi natura, potrebbero esplodere senza i “necessari preavvisi”.