Era l’11 settembre 2001 quando fu bloccato per quasi un giorno tutto il traffico civile sui cieli degli Stati Uniti, Frank Culbertson, che si trovava sulla Stazione Spaziale Internazionale disse: “normalmente quando noi passiamo sugli Stati Uniti, il cielo è come se fosse velato di una ragnatela di nubi cirriformi, si tratta dei residui di carburante che si condensano in alta quota e formano le tipiche tracce bianche, da cui si originano cirri. Il giorno del blocco aereo, i cieli apparsero limpidi, totalmente vuoti di questo velo”.
Negli anni ’70 vi erano vari progetti, per fortuna rimasti sulla carta, per modificare artificialmente ed incisivamente, il clima del Pianeta. Durante la Guerra Fredda, si studiavano sistemi per creare condizioni climatiche estreme nel Paese rivale. Alcune volevano far passare jet sulla banchisa polare per ridurla e mitigare il clima delle regioni artiche. Autentiche follie, direte, no, esistono varie pubblicazioni che ne parlano.
Finita la sfida della Guerra Fredda, si parla sempre più di Global Warming, di richiesta varie per ridurre le emissioni di sostanze inquinanti, ma molto poco si legge in merito all’inquinamento prodotto dal traffico aereo civile.
Gli aerei percorrono rotte che vanno attorno ai 9/10 km di altezza, qui, dove l’atmosfera è molto rarefatta, i jet lasciano tutti giorni dell’anno, ad ogni ora, quantità notevoli di sostanze inquinanti derivanti dai gas di scarico dei motori.
E se nelle città dei Paesi occidentali sono sempre più d’obbligo carburanti puliti, mi domando che cosa scaricano gli aerei? Si è fatto qualcosa per avere carburanti puliti anche se più costosi?
Un recente rapporto da Nasa documentò che è pari 1 percento di aumento per decade della copertura di nubi cirriformi sui cieli degli Stati Uniti. I ricercatori affermarono che questa nuvolosità addizionale possa incidere per un trend di riscaldamento di metà un grado Fahrenheit per gli anni tra il 1975 ed il 1994.
E’ difficile trovare una soluzione al problema, infatti, far percorrere le rotte commerciali a quote inferiori, potrebbe arrecare un maggior danno, in quanto la durata dei volti crescerebbe, e quindi si incrementerebbero anche le emissioni di inquinanti per il maggior carburante consumato.
Tuttavia, alcuni studiosi, propongono rotte variabili, a seconda delle stagioni. Ma l’argomento è difficoltoso da affrontare, se ne parla poco ed i problemi restano. Inoltre, in questi anni, il traffico aereo è in fortissima crescita per il crollo dei prezzi, con un inevitabile maggiore inquinamento.