L’area depressionaria che ha interessato l’Italia tende a spostarsi gradualmente verso levante, mantenendo l’afflusso di correnti piuttosto fresche nord-orientali, le quali contribuiranno a mantenere le temperature ancora sottomedia, specie lungo i versanti orientali.
Il ponte anticiclonico, in consolidamento dal Vicino Atlantico fin verso la Lapponia e la Russia Settentrionale, presenta delle evidente crepe in quota sui settori centro-orientali europei, ove stazionerà una circolazione fresca ed instabile.
Tale circolazione fresca ed instabile convoglierà un nuovo nucleo instabile verso il Mediterraneo Centrale nella giornata di giovedì, favorendo un nuovo netto cedimento della pressione e tamponando i tentativi di ripresa barica attuati da una modesta risalita del cuneo altopressorio sub-tropicale.
Al riguardo, il modello GFS appare quello più propenso ad indicare un nuovo forte peggioramento su gran parte del Paese: la goccia fredda, tuffandosi dal Golfo del Leone, andrebbe ad incentivare nuovi imponenti contrasti termici, causando l’approfondimento di una ciclogenesi al suolo sul Mar Ligure nella giornata di Venerdì, in rapida evoluzione verso sud/est.
Le due mappe in basso (analisi barica al suolo ed all’altezza topografica di 500 hPa) evidenziano proprio l’evoluzione tracciata da GFS, con la ricaduta depressionaria in ambito mediterraneo. Tale nucleo freddo sui mari occidentali si troverebbe subito riagganciato dal perno depressionario principale, centrato sul Mar Nero, richiamando nuove masse d’aria piuttosto fredde nord/orientali (si notino le temperature ad 850 hPa nella terza mappa).
Il modello ECMWF, supportato anche dalle elaborazioni mattutine tracciate dalle NOGAPS, UKMO e DWD, prevede una traiettoria parzialmente differente del nucleo depressionario. Nella previsione a 72 ore, il nucleo freddo è indicato sulla Francia Occidentale e non in prossimità delle Alpi, come indicato dalle GFS.
Il raffronto si può ben vedere comparando la prima mappa GFS allegata in alto con questa ECMWF inserita sotto. Il vortice proseguirebbe poi in direzione del bacino Mediterraneo con una traiettoria più occidentale, andando a coinvolgere maggiormente le Isole Maggiori. Da notare come una simile evoluzione non causerebbe un approfondimento di una ciclogenesi al suolo sui mari occidentali e sarebbe pertanto meno foriera di maltempo.
Proviamo a stilare una prima analisi piogge, prendendo come riferimento l’ipotesi prospettata dalla GFS, cioè quella al momento maggiormente perturbata. Da giovedì il peggioramento coinvolgerà le zone nord-occidentale dell’Italia, ma la giornata di venerdì appare quella con maggiore maltempo, in diffusione fin sulle regioni meridionali.
La proiezione degli accumuli per l’intero arco della giornata di venerdì 19 mostra le piogge attese su quasi tutte le regioni (ma sul Nord si affaccerà un miglioramento nel corso della giornata), mentre i versanti adriatici ed il Triveneto sarebbero coinvolti solo marginalmente dalla fenomenologia.
Non vanno trascurate le potenziali bombe di forte maltempo indicate su Bassa Toscana e Sicilia Orientale (da non prendere alla lettera la localizzazione indicata attualmente da queste mappe), un semplice segnale della possibile genesi di sistemi temporaleschi violenti alimentati dalle calde acque mediterranee, come quelli avuti durante lo scorso fine settimana.