Un’ondulazione ciclonica in quota, figlia dell’attività vorticosa polare nord-atlantica, penetra sul comparto mediterraneo occidentale, spinta da una rimonta altopressoria azzorriana in pieno Oceano.
Siffatta rasoiata fresca, scalza l’onda termica sub-tropicale africana dall’area balearica e con un sussulto ondulatorio l’abbraccio più caldo africano si porta a cavallo delle Nostre due Isole Maggiori.
L’aria instabile atlantica raggiungerà in giornata le regioni settentrionali e centrali italiane, dando luogo a diffuse manifestazioni temporalesche. Termiche nella bassa troposfera (1500 metri circa) comprese tra +12°C/+16°C.
Il Sud ancora in attesa, sotto una placida calura agostana.
Domani, martedì, l’evoluzione a pendolo della suddetta ondulazione ciclonica atlantica lascerà dei residui instabili sotto forma di nucleo freddo in quota in prossimità della Penisola Iberica e, eluso il duro ostacolo sub-tropicale africano nel Mediterraneo centrale, scivolerà sul Nostro comparto adriatico.
A fronte di un parziale recupero delle termiche nella bassa troposfera sui versanti occidentali italici, temperature dell’ordine di +16°C si attarderanno quindi lungo la fascia adriatica.
Tale evoluzione barica porterà nuvole e rovesci frequentare non solo i rilievi appenninici meridionali e i relativi tratti costieri adriatici, ma anche, con tutta probabilità, le aree interne delle Nostre due Isole Maggiori.
Mercoledì, il flusso atlantico tendenzialmente occidentale (spinta dell’alta delle Azzorre) trova ancora terreno fertile (falla barica aperta dal precedente moto ondulatorio) per allungare le mani in area mediterranea come sulla nostra Penisola.
Gli effetti instabili tuttavia si limiteranno al Nord e sui rilievi appenninici del Centro. La cupola termica nord-africana si concentra al solito tra la Scilla e la Sardegna, con termiche nella bassa troposfera anche di poco superiori ai +20°C.
Giovedì, ancora un’altra piega ondulatoria ciclonica (più evidente in quota) sulla nostra Penisola, correnti instabili con piega nord-occidentale eludono una nuova ripresa dell’alta pressione sub-tropicale africana e portano le condizioni ideali allo sviluppo di nubi cumuliformi sia sui rilievi alpini che su quelli appenninici, relativi rovesci sparsi.
Venerdì, vigilia di Ferragosto, noteremo l’affermazione dell’alta pressione sub-tropicale dinamica oceanica sul comparto centrale europeo (più forte al suolo) e una ripresa più evidente dell’anticiclone africano sul Mediterraneo centro-occidentale.
La sempiterna evoluzione ciclonica nord-atlantica, evitando l’Africano e facendo breccia sulla non granitica alta pressione oceanica alle varie quote troposferiche, farà scivolare ancora correnti moderatamente instabili in quota sul Nostro comparto orientale, destabilizzando i cieli sia sui rilievi alpini (specie centro-orientali) e sia sui rilievi appenninici meridionali, con interessamento probabile delle coste ioniche.
Quale evoluzione?
Il medio termine secondo il modello americano
GFS vedrebbe ancora correnti oceaniche che riuscirebbe a scivolare sull’Italia peninsulare, dando luogo alla solita instabilità sulle aree montuose.
Insomma, un’evoluzione barica che vedrebbe un’attività ciclonica atlantica simil-zonale, ma con un trampolino proteso sulla nostra Penisola, non debitamente protetta dal promontorio anticiclonico oceanico-africano che stazionerebbe sul comparto iberico.
Giorno di Ferragosto che parrebbe tutto sommato buono, con prevalenza di sole sulla più parte delle regioni italiche, eccezion fatta per i rilievi alpini e quelli appenninici centrali, dove, specialmente nelle ore più calde della giornata, si potrebbero verificare temporali. Prestiamo attenzione.
Il lungo termine secondo il modello americano
Attività depressionaria che si concentra in pieno Atlantico, nuova espansione dell’Africano in area mediterranea.
E’ presto, ci ritorneremo.