Una lunga corona frontale fredda riempie la carta di analisi al suolo odierna. Essa si estende dalla depressione scandinava a 982 hPa, fulcro delle insistenti discese gelide sui settori orientali europei, sino a quella islandese a 998 hPa, creata dagli scontri di massa con il lembo più settentrionale dell’alta pressione azzorriana. I venti artici continentali si uniscono a quelli artici marittimi spingendo sino sulle Alpi questo imponente fronte freddo.
Ad occidente l’anticiclone delle Azzorre (1035 hPa) riesce a respingere nuovamente gli attacchi nordatlantici, ma nulla può contro la progressiva erosione subita ad oriente da parte della discesa fredda sopraccitata.
Nel Mediterraneo l’alta pressione prolunga la sua zona di controllo sino al Mar Egeo, preparandosi, sull’Italia (1012 hPa), ad intentare una resistenza al progressivo abbassamento latitudinale del fronte freddo alpino.
Le nubi fredde ed instabili del fronte freddo spiccano al centro dell’immagine Meteosat. Con la sua imponente estensione, il fronte sovrasta i cieli francesi meridionali, tutta la catena alpina, le nostre Regioni settentrionali, l’intero settore austro-ungarico, sino al vortice depressionario sopra i cieli baltici. Le piogge insistono maggiormente i quei settori in cui si rende più aspro il contatto con la superficie atmosferica mite dell’anticiclone mediterraneo in risalita.
Le nubi offuscano anche le Isole Britanniche, condizionate dal potente richiamo occlusivo islandese.
Il gelo penetra violentemente su tutti i territori orientali europei, alimentando il versante orientale del lungo fronte freddo.
Nel Mediterraneo regna sovrano l’anticiclone nordafricano. Le nostre Regioni meridionali vengono protette da questa coperta mite, capace di distendersi sino alla Grecia ed ai Balcani meridionali.