L’alta pressione che si è protesa verso l’Italia è una di quelle davvero ostinate che, una volta insediate, sono davvero durissime da spodestare. La forza di quest’anticiclone, potenzialmente molto duraturo, è direttamente proporzionale all’intensità del flusso zonale: attualmente il getto atlantico è davvero molto vivace alle medie-alte latitudini europee e questo regala linfa preziosa all’alta pressione. I sistemi perturbati tendono quindi velocemente a scorrere da ovest verso est, senza che la tenuta anticiclonica alle nostre latitudini possa granchè risentirne.
Solo qualche infiltrazione nuvolosa riesce localmente ad intromettersi nel tessuto anticiclonico: è il caso delle nubi innocue giunte nella giornata odierna al Nord, che sono riuscite a sfruttare una debolissima ondulazione depressionaria che ha appena lambito l’Arco Alpino centro-orientale. In quest’andamento ad elastico ora l’alta pressione appare destinata ad irrobustirsi nei prossimi giorni, prima di una nuova potenziale crisi a cui potrà andare incontro fra domenica e lunedì.
A tal proposito, le ultime proiezioni modellistiche hanno indubbiamente attutito la capacità di penetrazione della saccatura verso i mari italiani. Solo il modello europeo ECMWF concede credito all’ipotesi d’ingresso pur celere di un nucleo instabile in scivolamento dal Nord-Est verso l’Adriatico, mentre appaiono di diverso avviso le mappe americane GFS che vedono l’alta pressione in grado di rintuzzare molto più efficacemente l’assalto instabile. La saccatura resterebbe bloccata sul Centro Europa per poi propagarsi su parte delle zone balcaniche. E sull’Italia? Solo le briciole, derivanti da marginali infiltrazioni d’aria fresca che potrebbero fruttare una temporanea variabilità principalmente sul Triveneto.