Nella lettura delle “veloci correnti ad alta quota” (JS) si evidenzia in maniera molto marcata come, un flusso di aria di ex origini sub-artiche, si porti, attraverso una parziale frattura del getto in corrispondenza dell’Atlantico centro-settentrionale, sul Mediterraneo centrale.
Tale azione, esercitata da una frizione dei getti nei confronti dei sub strati atmosferici, sarebbe in grado di spostare un congrua massa d’aria fredda in quota, da oltre il 70° N, e trasferirla sulla parte centro meridionale del nostro Continente.
Dalla rielaborazione delle AVN (modello dell’aviazione americana) si evidenzia chiaramente questo processo che vede una disposizione del getto sub tropicale allungarsi sino alle alte latitudini,in corrispondenza della pulsazione dinamica dell’HP delle Azzorre; ed in risposta una netta “verticale” di quello polare con asse: Groenlandia/Francia e Bacino del Mediterraneo.
Tale ingresso “forzato” di aria fredda alle quote superiori, dovrebbe andare a contrastare, attraverso una sorta di rovesciamento di aria più fredda verso i bassi strati, sulla Sardegna e coste centrali tirreniche, provocando una chiusa rotazione antioraria (ciclogenesi) in approfondimento su dette aree.
Il risultato di questa complessa azione sembrerebbe, nella pratica lettura del modello in questione, manifestarsi attraverso i medi e bassi strati dell’atmosfera, con caratteristiche di turbolenza a tutte le quote.
Ne consegue una netta azione di rovesciamento del gradiente termico e di logica , attraverso un nuovo fronte freddo in ingresso, una spiccata attività elettrica (temporalesca). Ovviamente, il tutto, accompagnato da un nuovo e più deciso decremento termico per le nostre regioni centro settentrionali.
Da tale prospettiva, analisi, potrebbe, per ovvie questione orografiche, essere escluso il settore di NW, pur tuttavia non tagliare totalmente fuori: il basso Piemonte e la Liguria.
Per il resto della Penisola, dal settore di NE a tutta la parte centrale un “vero happening” di fioriture temporalesche localmente di forte intensità. Possibilità di neve, sull’arco delle Alpi centro-orientali, a quote intorno ai 1900 mt. circa.
Sul più lungo termine, come già accennato in precedenti editoriali, non si scorge “in chiaro” una inequivocabile “via di fuga” a questa fase.
Procediamo, pertanto, con un’analisi dell’estate: “passo passo”.