Questi prossimi giorni saranno caratterizzati, come detto in sede di previsione, da temperature ben al di sotto delle medie previste per il periodo. È tornata la neve, anche a quote basse, mentre il gelo sarà certamente la prerogativa delle prossime notti. Sia che vi siano nubi, sia che il cielo si presenti stellato.
Una condizione climatica che, sottolineato diverse volte, rappresenta uno stress alle colture in fase di risveglio vegetativo. Uno step del ciclo biologico delle colture nel quale si ha l’emissione delle giovani parti verdi e dei fiori. Organi indispensabili per la futura produzione. È chiaro quindi che i valori termici segnano un elemento climatico di notevole influenza.
Il perché è piuttosto semplice. Ogni specie vegetale, sia essa coltivata oppure spontanea in natura, presenta dei meccanismi di difesa nei confronti delle avversità atmosferiche o patogene. Mezzi che differiscono a seconda della specie e, all’interno di esse, della varietà. Per quel che concerne le basse temperature, ecco che solitamente si distinguono due diversi metodi di prevenzione.
Da un lato v’è una vera e propria soglia di sopportazione, definita “cardinale”, ossia una resistenza intrinseca alle basse temperature, purché le stesse non raggiungano la soglia definibile “critica”, al di sotto della quale si hanno seri danni alle parti vegetali.
Dall’altro abbiamo meccanismi fisiologici che consentono di evitare danni a livello cellulare. Difatti le temperature eccezionalmente basse o comunque prolungate nel tempo, possono portare al congelamento dei liquidi cellulari, con conseguente morte della cellula e successivamente dei tessuti. In simili circostanze molte specie vegetali, soprattutto quelle prettamente mediterranee, sono in grado di aumentare la concentrazione di sali all’interno del liquido cellulare. In questo modo si abbassa la soglia del congelamento, offrendo alla cellula un’azione protettiva maggiore.
Quelli visti sono solo alcuni dei tanti meccanismi di difesa attuati dalle piante in occasione di condizioni climatiche sfavorevoli. Ma come detto in sede titolare, risulta evidente che gli estremi climatici possono abbattere qualsiasi mezzo di difesa. Ecco allora che l’uomo, con le sue conoscenze e l’applicazione delle strategie previsionali, può scongiurare danni che altrimenti risulterebbero irreparabili.