Siamo prossimi alla fuoriuscita dal lungo ciclo instabile che ha caratterizzato questo scorcio iniziale di maggio: al posto della lacuna ciclonica sull’Iberia si è andato ora ad insediare un campo d’alta pressione, che spinge verso l’Italia costringendo così la circolazione d’aria instabile ad una progressiva ritirata verso levante. Il cambio di circolazione appare enfatizzato dalla figura ciclonica al largo delle Isole Britanniche che, affondando in parte verso sud sul Vicino Atlantico, stuzzica la risalita verso nord del promontorio di matrice sub-tropicale.
L’attuale quadro meteo instabile era stato ulteriormente vivacizzato, nelle ultime 24 ore, da una discesa d’aria fredda d’estrazione artica, i cui maggiori effetti sono rimasti ben fuori dai confini dell’Italia, con il lago freddo in gran parte arroccato tra le nazioni centrali europee e la Penisola Scandinavia. Una piccola parte di quest’aria fredda ha valicato le Alpi la scorsa notte, alimentando un impulso temporalesco che ancora questa mattina favoriva temporali tra il la pianura veneta, l’est della Lombardia, in successiva propagazione a parte dell’Emilia Romagna. Sull’ovest del Veneto i temporali erano in azione già ieri sera rivelandosi a carattere localmente persistente, tanto che in qualche località i cumulati pluviometrici hanno persino superato i 30-40 millimetri.
Rovesci temporaleschi hanno colpito anche il Basso Piemonte e la Liguria, ma nel corso del mattino la situazione è progressivamente migliorata su tutto il Settentrione. Quando il meteo migliora in coincidenza delle ore più calde, è un buon segno poiché significa che il regime instabile va progressivamente perdendo importanza. Da ovest inizia infatti a bussare l’anticiclone, con l’aumento del gradiente barico alla base di venti sostenuti, fra i quali hanno assunto maggiore la Bora su Trieste ed il Maestrale sulle due Isole Maggiori. Diverso il discorso per le regioni centro-meridionali, dove l’instabilità temporalesca si è esaltata nelle ore centrali del giorno, specie sulle regioni centrali, dove si è avuto un contrasto di masse d’aria diverse, con massimi effetti tra il Basso Lazio, le zone interne abruzzesi e l’alta Campania.