L’onda di calore che è protagonista del tempo, in questi giorni, sull’Europa occidentale e si avvia a diventarlo anche per quella centrale, è partita dal “punto x”, la regione africana tra Marocco, Sahara Occidentale e Mauritania, che spesso ha visto la genesi delle potenti onde di calore che hanno investito l’Europa centro-occidentale e l’Italia in questi ultimi anni. E quando partono da quella zona le onde di calore seguono un percorso ben chiaro che le porta a invadere l’Iberia (lasciando in genere fuori, in parte, il nordovest), presentandosi “cattive” anche in regioni, come quella basca, dove in genere l’Atlantico mitiga le calure (entrano in gioco effetti favonici), poi arroventano la Francia sudoccidentale (e anche qui sotto i Pirenei “pesa” la componente favonica) e quindi dilagano verso nord e verso est, raggiungendo il Benelux (e talvolta il sud della Gran Bretagna), la Germania, la regione alpina e l’Italia centro-settentrionale.
E’ aria calda ma secca quella che giunge sul continente quando si realizza questo tipo di onde di calore, favorite da strutture di bassa pressione presenti in genere intorno alle Canarie, fatto che “taglia” il collegamento con l’alta oceanica (anticiclone delle Azzorre), struttura barica foriera di caldo più moderato ma in genere un po’ più umido.
Rispetto alle onde di calore che chiameremmo “algerine”, che investono più direttamente le regioni centro-meridionali con aria che nasce secca ma si umidifica transitando sul Mediterraneo, queste ondate “marocchine” arrivano sull’Italia, paradossalmente, da nord, ma questo, lungi dall’attenuare la calura, non fa che incentivarla sulle regioni settentrionali, la Liguria e la Toscana, dove al caldo già intenso della massa d’aria si aggiungono l’effetto favonico, il riscaldamento indotto dal forte soleggiamento (favorito appunto dai cieli più tersi) e talvolta, sulle coste ligure e toscana, l’effetto dovuto alla inibizione della brezza marina. Nei casi di persistenza del caldo, poi, il rapido inaridimento del terreno porta un ulteriore contributo al caldo, venendo a mancare il calore latente di evaporazione che, in caso di suoli umidi, fornisce un contributo a impedire un eccessivo innalzamento dei valori massimi (ma come rovescio della medaglia fa aumentare la sensazione di afa trasferendo umidità dal terreno all’atmosfera).
I 38°C di Bilbao del 25 maggio (vedasi l’articolo di ieri) erano quindi un prevedibile viatico per una estensione verso la regione francese e in prospettiva quelle germanica e alpina del grande caldo e così puntualmente è stato. Giovedì 26 maggio il caldo è rimasto intenso sulla Spagna e la Francia sudoccidentale, ma ha allungato i suoi tentacoli su tutta la Francia (escluso il NW), il Benelux, la Germania occidentale e la Svizzera. I record di maggio sono saltati a ripetizione in tutte le nazioni citate.
In Olanda, per esempio, Amsterdam ha registrato una massima di 30,0°C, battendo largamente il precedente record di maggio, fermo a 28°C. Terrificante il confronto con la media delle massime del mese, visto che essa è di 16°C (siamo quindi ben 14°C sopra!). Non sono da meno i 29,9°C di Eindhoven e i 29,8°C di Maastricht. In Belgio 30,0°C ad Anversa (media 17°C, uguagliato il record di caldo per il mese) e 27,6°C anche ai 482 metri di Spa, città termale nelle Ardenne.
Passiamo in Francia. Parigi, al limite della zona interessata dall’onda di calore, è rimasta per pochi decimi sotto i 30°C. Il caldo ha picchiato duro in tutta la parte centro-occidentale, nell’estremo nordest e in Alsazia, settore occidentale di quella “fossa renana” che negli ultimi anni è diventata uno dei “poli” del caldo in Europa. Abbiamo avuto, per fare alcuni esempi, queste massime: Poitiers 31,6°C, Bordeaux 31,6°C, Tours 30,6°C, Strasburgo 31,1°C, Aeroporto Mulhouse/Basilea (si trova in territorio francese, a pochi km dal confine svizzero) 31,2°C. Poitiers ha battuto il suo limite di maggio (30,7°C il 12-05-1969, media massime di maggio 18,4°C) e così Tours (precedente 30,2°C). A Strasburgo il limite di 31,5°C del 26-05-1953 ha tenuto, ma siamo comunque arrivati 12°C sopra la media del periodo. Da notare anche il 28,7°C di Bastia, in Corsica, valore in apparenza non elevatissimo, ma che lo diventa considerando che la città è costiera e in maggio beneficia del mare ancora fresco. Il 28,7°C infatti batte il record di maggio, che era di 28,3°C e resisteva dal 31-05-1979.
In Germania, Karlsruhe, nella appena citata “fossa renana” ha superato i 31°C, ma è da segnalare anche il fatto che si siano raggiunti 10,5°C persino ai 2962 metri della Zugspitze, “tetto” del paese, nelle Alpi Bavaresi. In Svizzera, massime di 28,8°C a Ginevra e Sion.
Record di caldo per maggio anche, e ora andiamo in Spagna, a Madrid, con 34,7°C, contro i 32°C del precedente limite. La media delle massime di maggio della capitale iberica è 21°C. Sempre in Spagna, spiccano i 34,2°C di Valladolid (m 735, media 21°C, battuto il record precedente di 33°C) e i 33,0°C di Salamanca (m 795, media 21°C, il record di 34°C ha retto).
Due righe infine sui radiosondaggi. Bordeaux alle 12 GMT del 26 maggio ha registrato 18,2°C a 850 hpa (1564 m) e ancora 0,3°C a 4171 m. A Nancy avevamo 15,0°C a 850 hpa (1573 m) e lo zero termico era a 3851 metri. A Payerne, nella Svizzera nordoccidentale, si sono registrati, alla stessa ora, 15,8°C a 850 hpa (1577 m) e 0,6°C a 3843 m. Per raffronto, a Milano a quell’ora c’erano 11,8°C a 850 hpa (1573 m).