La presenza di una vasta depressione sui Balcani, con il minimo che il giorno 24 marzo si è posizionato sull’Ungheria (e con interessamento del maltempo su vaste aree anche della Mitteleuropea e dell’Italia), ha provocato una risposta calda meridionale sul Mediterraneo orientale, a est della depressione stessa. La massa d’aria calda è così transitata sull’altopiano dell’Anatolia discendendo poi sulle coste turche del Mar Nero ulteriormente riscaldata per effetto favonico (qui si sono superati i +15°C a 850 hpa), interessando anche una vasta regione comprendente Crimea, Ucraina sudorientale, coste russe su Mar d’Azov e Mar Nero, penetrando anche per parecchie decine di chilometri nelle steppe retrostanti con l’isoterma +10°C.
Nella giornata del 24 marzo la città russa di Krasnodar, a circa 75 km dalla costa del Mar Nero, ha vissuto, grazie a caldi venti di sudest, un anticipo di primavera inoltrata, con temperatura massima salita a 25°C, 16°C oltre la media di marzo che è di 8,9°C. La marittima Rostov sul Don, sita dove il grande fiume sbocca nel Mar d’Azov, ha raggiunto i 22°C, 16,3° più del valore medio che in marzo è di 5,7°C. 25°C sono stati raggiunti anche sulla costa della Crimea, regione sì mite ma non usa a simili “calori” precoci.
In Turchia segnaliamo il caldo notevole della notte fra il 23 e il 24 marzo della città costiera di Iskenderun, nell’estremo sudest del paese, dove non si è scesi sotto i 21°C, 10° in più del valore medio delle minime di marzo, che corrisponde a 11,1°C.
Durante il giorno 24 poi si sono raggiunte temperature veramente notevoli per il periodo, con Trabzon, la storica Trebisonda, sulla costa del Mar Nero, arrivata a 28°C, la poco più occidentale Samsun che ha toccato i 30°C e la meridionale Adana arrivata a 29°C, 10°C oltre il valore medio delle massime di marzo, che è pari a 19,1°. Molte località sull’altopiano anatomico hanno superato i 20°C intorno ai 1000 metri di quota.